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Curato d’Ars, il Cardinale Parolin “la voce risonante di Dio”

Papa Benedetto XVI: "Egli riuscì a toccare il cuore della gente non in forza delle proprie doti umane"

“Un autentico profeta-guardiano”, interessato solo a cercare la conversione e la salvezza dei peccatori, ingaggiando per questo una lotta senza sosta contro il Maligno e diventando così “la voce risonante di Dio”, in una vita vissuta “in totale fedeltà e coerenza” fino alla fine dei suoi giorni.

Il ritratto del curato del Cardinale Parolin

È il ritratto del curato d’Ars, tracciato nell’omonimo santuario dal card. Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, nella messa celebrata in occasione della festa liturgica di san Giovanni Maria Vianney e riportato da Agensir.

Nell’omelia, il porporato ha trasmesso la vicinanza e la preghiera del Papa e ha citato la lettera che Francesco aveva scritto lo scorso anno in occasione del 160° anniversario della morte di San Giovanni Maria Vianney, nato nel 1786 a Dardilly, vicino Lione, le cui spoglie sono custodite nel santuario a lui dedicato nella cittadina francese.

Il ricordo di Benedetto XVI

“Egli riuscì a toccare il cuore della gente non in forza delle proprie doti umane, né facendo leva esclusivamente su un pur lodevole impegno della volontà; conquistò le anime, anche le più refrattarie, comunicando loro ciò che intimamente viveva, e cioè la sua amicizia con Cristo”. Lo ha detto Benedetto XVI in un’udienza generale nella quale parla di San Giovanni Maria Vianney.

L’esortazione di Parolin

Il segretario di Stato vaticano ha ricordato che il curato d’Ars “non solo ha partecipato al potere taumaturgico del Signore”. “Lui ha anche guarito e curato completamente le persone”, ma ha favorito nuove e abbondanti vocazioni.
Citando quanto scritto da Francesco nella Lettera ai sacerdoti, Parolin ha esortato a non lasciarsi scoraggiare dai danni provocati “dal comportamento deviante” di alcuni preti. Ha ricordato che la vocazione è “un dono gratuito”, “totalmente immeritato”, da accogliere “con umiltà e preghiera” e per il quale ringraziare sempre il Signore.

La figura del curato d’Ars, ha aggiunto Parolin, “ci insegna a trasmettere gioia e speranza”. “Bisogna farlo attraverso la testimonianza della nostra vita personale e ad essere costanti e perseveranti nel nostro ministero” ha concluso.

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