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Povertà in aumento: Caritas, circa 270 mila persone supportate da centri di ascolto e servizi (+5,4%)

Povertà: Caritas,negli ultimi 10 anni è in “aumento ininterrotto”. Raddoppiate le famiglie povere al Nord (+97,2%)

Nel 2023 nei 3.124 centri di ascolto e servizi informatizzati della rete Caritas in 206 diocesi sono state supportate 269.689 persone. Si tratta di circa il 12% delle famiglie in stato di povertà assoluta registrate dall’Istat. Rispetto al 2022 si è registrato un incremento del 5,4% di assistiti, meno che negli anni passati ma pur sempre in aumento.

È quanto emerge dal Rapporto su povertà ed esclusione sociale di Caritas italiana presentato oggi a Roma. Tra gli assistiti 1 persona su 4 (23%) ha un’occupazione. Se si allarga lo sguardo a un intervallo temporale più ampio il dato risulta impietoso: dal 2015 ad oggi il numero di persone sostenute è cresciuto del 41,6%, soprattutto nel Sud e nelle Isole (+53,3%) e nel Nord Italia (+52,1%). A fronte di un leggero calo dei nuovi poveri (dal 45%,3% al 41%), si rafforzano invece le povertà intermittenti e croniche: 1 persona su 4 è seguita da oltre 5 anni.

In Italia un milione e mezzo di famiglie vive in abitazioni sovraffollate, poco luminose e senza servizi, come l’acqua corrente in bagno. Il 5% dei nuclei fa fatica a pagare le rate del mutuo o l’affitto e le bollette. Nei centri di Ascolto Caritas la casa è il terzo tra i problemi riportati: coinvolge il 22,7% degli assistiti. Una percentuale che aumenta al 27% se si considerano solo le persone straniere. Eppure, rileva il report Caritas, “le risposte istituzionali diminuiscono: dal 2022, i due pilastri delle politiche abitative socioassistenziali (Fondo locazioni e Fondo morosità incolpevole), non sono stati più rifinanziati”.

Ogni anno le Caritas diocesane implementano 70/80 progetti sul tema casa, coinvolgendo anche associazioni, cooperative o altri enti nei territori. In 6 anni (escluso il 2020 per la pandemia) sono stati realizzati 386 progetti, pari ad oltre 42 milioni di euro tra 8xmille e cofinanziamenti delle diocesi. I target di riferimento spaziano dagli anziani ai senza dimora, dalle famiglie straniere ai giovani studenti fuori sede.

Nel complesso, i progetti Caritas 8×1000 svolti nel 2023 sul territorio nazionale sono stati 430. Hanno riguardato per il 20% servizi socio-educativi per minori, adulti e anziani, centri diurni e attività per il contrasto alla povertà educativa. Il 18,6% è stato utilizzato per servizi di accoglienza, comunità e housing, il 18,3% per l’erogazione di cibo e aiuti materiali, mense ed empori. Il 14% dei progetti è stato dedicato ad attività di formazione professionale e inserimento lavorativo, il 5% alla formazione giovanile ed educazione sanitaria, il 3,7% ad attività finalizzate alla giustizia riparativa

In Italia una persona su 10 vive in condizione di povertà assoluta, una cifra record che non accenna a diminuire. Negli ultimi dieci anni l’aumento è stato ininterrotto, passando dal 6,9% della popolazione nel 2014 al 9,7% del 2023, pari a 5 milioni 694mila poveri assoluti (2 milioni e 217 mila famiglie, l’8,4% dei nuclei). Il dato sulla povertà minorile di 1 milione 295mila bambini poveri (il 13,8%) è ai massimi storici. Era il 13,4% nel 2022.

La povertà è legata alla povertà educativa, si è cronicizzata ed è multidimensionale, ossia le persone hanno problemi diversi.  È quanto emerge dal Rapporto su povertà ed esclusione sociale 2024 di Caritas italiana, intitolato “Fili d’erba nelle crepe”, presentato oggi a Roma. L’inaspettata notizia è che in questi dieci anni è raddoppiato il numero di famiglie povere residenti al Nord (+97,2%), passando da 506mila nuclei familiari a quasi un milione.

Il dato nazionale è di +42,8%. Oggi in Italia il numero delle famiglie povere delle regioni del Nord supera quello di Sud e Isole complessivamente. Dal 2014 al 2023 il numero di famiglie povere residenti al Nord è praticamente raddoppiato (+97,2%); se si guarda al resto del Paese la crescita è stata molto più contenuta, +28,6% nelle aree del Centro e +12,1% in quelle del Mezzogiorno.

L’incidenza percentuale continua a essere ancora più pronunciata nel Mezzogiorno (12% a fronte dell’8,9% del Nord), anche se la distanza appare molto assottigliata; nove anni fa la quota di poveri nelle aree del Meridione era più che doppia rispetto al Nord: 9,6% contro il 4,2%. La “povertà ereditaria” è un circolo vizioso che colpisce il 20% degli adulti europei tra i 25 e i 59 anni che, a 14 anni, vivevano in una situazione economica difficile. In Italia, il dato sale al 34%, segno di un’eredità che pesa sul futuro.

Valori più alti si raggiungono solo in Romania e Bulgaria (Eurostat). Continua a crescere inoltre in modo preoccupante la povertà tra chi lavora. Complessivamente tocca l’8% degli occupati (era il 7,7% nel 2022) anche se tra dirigenti, quadri o impiegati scende al 2,8%, mentre sale al 16,5% tra operai o assimilati (era il 14,7% del 2022).

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