La “strada” della Chiesa è “ascoltare le novità dello Spirito”, “riunirsi, unirsi insieme, ascoltarsi, discutere, pregare e decidere, e questa è la cosiddetta sinodalità”. Lo ha detto il Papa nella omelia della messa a Santa Marta, spiegando che questo metodo – assunto dalla Chiesa dai tempi del concilio di Gerusalemme, dai discepoli che si trovarono “una ‘patata bollente in mano’ – incontra “resistenze”, ma che quando “lo Spirito ci sorprende con qualcosa che sembra nuova o che ‘mai si è fatto così’, ‘si deve fare così'”. “Pensate al Vaticano II, – ha rimarcato il Pontefice – alle resistenze che ha avuto il Concilio Vaticano II, e dico questo perché è il più vicino a noi. Quante resistenze: ‘Ma no…’. Anche oggi resistenze che continuano in una forma o in un’altra, e lo Spirito che va avanti”.
Commentando il brano degli Atti degli apostoli sul Concilio di Gerusalemme papa Francesco ha ricordato che anche nei momenti “di resistenze e di accanimento dei dottori della legge” è sempre lo Spirito che guida la Chiesa. In quel caso, ha spiegato, c’è una duplice resistenza all’azione dello Spirito: quella di chi credeva che “Gesù fosse venuto soltanto per il popolo eletto” e quella di chi voleva imporre la legge mosaica, compresa la circoncisione, ai pagani convertiti. Così “ci fu una grande confusione in tutto questo”, “lo Spirito metteva i cuori su una strada nuova: erano le sorprese dello Spirito. E gli apostoli – ha rimarcato papa Bergoglio – si sono trovati in situazioni che mai avrebbero creduto, situazioni nuove. E come gestire queste nuove situazioni? Per questo il brano di oggi, il passo di oggi, incomincia così: ‘In quei giorni, poiché era sorta una grande discussione’, una calorosa discussione, perché discutevano su questo argomento. Loro, da una parte, avevano la forza dello Spirito – il protagonista – che spingeva ad andare avanti, avanti, avanti… Ma lo Spirito li portava a certe novità, certe cose che mai erano state fatte. Mai. Neppure le avevano immaginate. Che i pagani ricevessero lo Spirito Santo, per esempio”.
I discepoli, ha commentato il Papa, “avevano la patata bollente nelle mani e non sapevano che fare”. Così, convocano una riunione a Gerusalemme, “e alla fine – ha raccontato – si sono messi d’accordo. Ma prima c’è una cosa bella: ‘Tutta l’assemblea tacque e stettero ad ascoltare Barnaba e Paolo, che riferivano quali grandi segni e prodigi Dio aveva compiuto tra le nazioni, in mezzo a loro’. Ascoltare, – ha raccomandato papa Francesco – non avere paura di ascoltare. Quando uno ha paura di ascoltare, non ha lo Spirito nel suo cuore. Ascoltare: ‘Tu che pensi e perché?’. Ascoltare con umiltà. E dopo avere ascoltato, hanno deciso di inviare alle comunità greche, cioè ai cristiani che sono venuti dal paganesimo, inviare alcuni discepoli per tranquillizzarli e dirgli: ‘Sta bene, andate così'”. Questa – ha afferma il Pontefice – è la strada della Chiesa “davanti alle novità, non le novità mondane, come sono le mode dei vestiti”, ma “le novità, le sorprese dello Spirito, perché lo Spirito sempre ci sorprende. E come risolve la Chiesa questo? Come affronta questi problemi, per risolverli? Con la riunione, l’ascolto, la discussione, la preghiera e la decisione finale”: “Questa è la strada della Chiesa fino ad oggi. E quando lo Spirito ci sorprende con qualcosa che sembra nuova o che ‘mai si è fatto così’, ‘si deve fare così’, pensate al Vaticano II, alle resistenze che ha avuto il Concilio Vaticano II, e dico questo perché è il più vicino a noi. Quante resistenze: ‘Ma no…’. Anche oggi resistenze che continuano in una forma o in un’altra, e lo Spirito che va avanti”