Grave episodio di intolleranza religiosa e violenza in Cile. Sabato scorso, 27 ottobre, nelle strade di Santiago si è snodata la “Marcia per Gesù”, una pacifica manifestazione religiosa organizzata dalle Chiese evangeliche con il motto “Per una generazione che conosce Dio”. Durante la processione, tuttavia, come riferisce Actuall, circa 150 persone incappucciate e armate di bastoni, spranghe e pali hanno assaltato i partecipanti, circa tremila.
Gli aggressori avrebbero anche lanciato bottiglie molotov e oggetti contundenti verso la polizia, intervenuta per sedare i tafferugli. Tre persone sono rimaste ferite, compreso un sottoufficiale, che è stato portato all'Ospedale dei Carabineros dove è stato osservato. Dopo l'arresto di diciannove vandali, nella capitale cilena è tornata la calma. Sempre secondo Actuall, gli assalitori apparterrebbero alla galassia dei gruppi anarchici e antifascisti. In una nota, gli organizzatori hanno spiegato di sentirsi “profondamente colpiti perchè atti di violenza come quelli che si sono verificati hanno rovinato la nostra celebrazione”. Un'altra sigla partecipante alla Marcia ha denunciato che “la violenza iniziale era anche contro famiglie e bambini”, di qui un fuggi fuggi generale, che ha visto molte persone entrare negli edifici vicini per cercare riparo. “Se avessimo potuto prevedere questi fatti, non avremmo mai esposto il nostro popolo a marciare in queste condizioni”, ha detto uno degli organizzatori. Sulla vicenda è intervenuto, su Twitter, anche il presidente del Cile, Sebastián Piñera, per stigmatizzare le “vigliacche aggressioni a coloro che hanno partecipato a una marcia cristiana nel nostro Paese”. Il ministro dell'Interno, Andrés Chadwick, ha definito questi assalti “inaccettabili” e per conto del Governo ha espresso condanna nei confronti di queste forme di “fanatismo e violenza”.
L'ex candidato indipendente alle presidenziali del 2017 ed ex deputato José Antonio Kast, fondatore del partito nazionalista Acción Republicana: “Abbiamo visto l'odio della sinistra, che ha voluto violentemente censurarci. Hanno attaccato famiglie e bambini. Diciamo loro: difenderemo le nostre convinzioni in ogni spazio, forum e strada. Il Cile appartiene a coloro che difendono il buon senso. È il momento di recuperarlo”.