“Io i neri in casa non ce li voglio. Sono un razzista, sono un razzista cristiano cattolico. Gesù Cristo non era nero. Era ebreo ma non era nero”. Sono queste le scioccanti parole pronunciate dal proprietario di due appartamenti a Riano Flaminio, nelle vicinanze di Roma, per giustificare la sua scelta di non concedere in locazione le abitazioni a nove ragazzi africani, dipendenti di un’azienda della zona.
Un mare di pregiudizi
L’uomo è stato intervistato da Alessio Viscardi e Simona Berterame della testata online Fanpage.it. I giornalisti hanno realizzato anche un video nel quale l’uomo, che compare con il volto oscurato, prova a spiegare le sue “ragioni”. “Se questi mi distruggono la casa o distruggono il vicinato perché escono nudi di casa, come faccio io a tirarli via?”. Alle telecamere il proprietario delle due abitazioni ha spiegato di avere la necessità di sapere se queste persone “sono evase da un carcere”, o se “sono scappati da un centro di accoglienza”. “Mi dispiace ma io sono diverso da loro, non è colpa loro è colpa mia, io sono diverso da loro – ha continuato l’uomo -. La razza non è una cosa che ho creato io, ce l’ha data la natura. Siamo diversi, oggettivamente diversi”.
Quando la parola uccide più della spada
Come raccontato da uno dei ragazzi rifiutati dal locatore di Riano Flaminio, Konatè Yacouba, questa situazione gli “ha fatto male”. Il giovane lavoratore ha spiegato che le case sono state affittate dall’azienda e regolarmente pagate, ma il proprietario pensava che i lavoratori che sarebbero entrati negli appartamenti fossero di origini italiane. “Da dove sono scappati questi?”, sono state le prime parole dell’uomo quando ha visto i nove ragazzi di colore, rifiutandosi di consegnare loro le chiavi. Il caso è stato denunciato dal sindacato Usb e da due consiglieri comunali del Pd di Riano Luigi Poeta e Luca Abbruzzetti.