Per anni Krishna Sen, una donna indiana, originaria dello stato di Uttar Pradesh, si è finta un uomo per convolare a nozze con giovani donne alle quali rubava poi la dote. Secondo gli investigatori che nei giorni scorsi l'hanno arretasta, la 26enne era nota anche con il soprannome “Sweety” e ha iniziato a spacciarsi per uomo sin dal 2014, appropriandosi complessivamente di circa 13 mila dollari.
Una finta identità sui social
Krishna ha iniziato a spacciarsi per un uomo creando un profilo maschile sui social media. Ed è proprio sul web che adescava le donne, con l'obiettivo di iniziare una relazione con loro. Poi il cambio di look: taglio di capelli e abiti diventano prettamente maschili. Infine il cambiamento del nome in Sweety. La prima a cadere nella truffa di Sen è stata Kamini, una donna della città di Haldwani, incontrata online nel 2014. Sweety disse di essere il figlio di un uomo d’affari di Aligarh (una città indiana dello Uttar Pradesh). Dopo un breve fidanzamento i due si sono sposati lo stesso anno. Dopo le nozze Sen ha iniziato ad assumere comportamenti violenti. E con la scusa del fumo e dell'alcol, ha minacciato fisicamente la donna se non avesse avuto la dote.
La scoperta della truffa
Nel 2016, Sen ha preso una seconda moglie, Nisha. Il padre di quest'ultima si è accorto che il genero non era un uomo e ha denunciato Sweety alle forze dell'ordine. La Polizia ha arrestato la donna che ha raccontato anche in che modo gestiva il rapporto coniugale con le due spose, riuscendo così a trarre in inganno entrambe senza che si accorgessero né che non fosse un uomo né che fosse già sposata. Sin dal 1961 in India è vietato per legge chiedere la dote ai familiari della sposa ma è una prassi largamente diffusa. E, nonostante gli abusi compiuti, Sen non è stata accusata di violenze domestiche perché “tecnicamente non era un marito quindi il caso non può essere trattato come un matrimonio”.