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Provocavano falsi incidenti stradali: ecco come truffavano le asscurazioni

In tutto sono 71 gli indagati per falsi incidenti stradali. A capo dell'organizzazione, il titolare di una ditta operante nel settore dell'antinfortunistica

Falsi incidenti stradali per ottenere rimborsi illeciti dalle compagnie assicurative. La maxi truffa è stata scoperta dai finanzieri della Compagnia Pronto Impiego del Comando provinciale di Reggio Calabria insieme agli agenti della Polizia metropolitana nell’ambito dell’indagine denominata “Golden insurance“.

Simulati numerosi falsi incidenti stradali

Dall’inchiesta della Procura della Repubblica diretta da Giovanni Bombardieri e coordinata dal procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e dal pm Paolo Petrolo, è emerso che l’organizzazione riusciva a simulare numerosi falsi incidenti stradali con un collaudato sistema di falsificazione della documentazione sanitaria. Venivano inoltre falsificate le pratiche assicurative e aperti appositi conti correnti postali e bancari di appoggio temporaneo per le somme delle truffe.

L’organizzazione

A capo dell’organizzazione, spiegano le Fiamme Gialle, c’era il titolare di una ditta operante nel settore dell’antinfortunistica. I falsi sinistri e la falsa documentazione venivano ideati e predisposti proprio all’interno del suo locale che faceva da base logistica. La banda si avvaleva anche della collaborazione di medici, impiegati di istituti di diagnostica e di soggetti gravitanti nell’area criminale reggina. Le persone indagate, complessivamente, sono 71. Sono tutte accusate, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata a reati di falso materiale e ideologico commessi anche da pubblici ufficiali, accesso abusivo a sistema informatico/telematico, fraudolento danneggiamento dei beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona, nonché di ricettazione.

Due arresti e sequestro beni

Due le persone arrestate, poste ai domiciliari. Sequestrati anche beni per un milione di euro. Tra questi: un’autovettura di lusso, un’abitazione ai Giardini Naxos (a Messina) e una villa a Campo Calabro. Sequestrati anche somme in contanti per circa 620.000 euro.

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