Camminata rapida e quasi cervellotica, testa bassa e occhi incollati allo schermo di quello smartphone. L’immagine dei giovani che vivono nel mondo tecnologico della “cellulare-dipendenza”, ormai, è una costante. E mentre per molte società rappresenta un fattore di disturbo – se non di preoccupazione -, per la Cina è diventata una normalità. Tanto che le hanno dedicato una “corsia preferenziale” sui marciapiedi delle metropoli.
L’iniziativa, attuata dalle autorità della città centro-meridionale di Chongqing, ha istituito la “carreggiata” su un marciapiede di Yangren Street e il suo obiettivo è quello, da un lato, di “aiutare” i pedoni a camminare nella giusta direzione grazie ai segnali disegnati sul marciapiede, e dall’altro di prevenire il verificarsi di scontri fisici tra persone – o meglio, tra generazioni -.
Ma l’esperimento non è del tutto nuovo: a luglio scorso era stata la National Geographic a testare questa “corsia dello smartphone” a Washington, corsia che, assicura il responsabile dell’area marketing dell’azienda promotrice, ha “un intento ironico e vuole ricordare alle persone che è pericoloso twittare mentre si cammina in strada”.
Sono stati in molti, tra il “popolo” del web, a considerare di dubbia efficacia questo tipo di allerta. E mentre alcuni ristoranti europei garantiscono grossi sconti a chi rinuncia allo smartphone per cena, a Chongqing si inizia addirittura a “tracciare la retta via” ai “drogati” di social network.
La tecnologia aiuta a vivere meglio ma spesso si trasforma in dipendenza. Vedere persone che passano la maggior parte della loro giornata con gli occhi incollati al proprio telefonino è abbastanza triste. Per questo chi governa le comunità non dovrebbe cercare di agevolare dei comportamenti distorti ma intervenire per impedirne la perpetuazione.