“E adesso che password mi inventerò?”. È il dilemma che milioni di persone si pongono quando sono alle prese con la creazione di una nuova utenza su un computer o sulla rete. I più “esperti” sanno che la parola chiave non deve essere troppo semplice – altrimenti può essere rintracciabile – ma, allo stesso tempo, non può essere nemmeno troppo difficile… Perché, ammettiamolo, quasi tutti confidano – bene o male – di ricordarsela in un futuro più o meno lontano e sono pochissimi i “virtuosi” che impostano password lunghe e difficili appuntandosele in un taccuino.
In aggiunta, alcuni sistemi, pur con la giusta finalità di permettere la creazione di una parola chiave sicura, sembrano mettere i bastoni tra le ruote al povero utente, tra mille cavilli che sembrano appartenere al peggior “burocratese”: password troppo corta, uguale alla precedente, senza un carattere maiuscolo, senza un carattere minuscolo, senza un carattere speciale, senza un numero… Insomma, una volta riusciti nell’impresa sembra di aver davvero scalato l’Everest!
Forse i “signori dell’informatica” pretendono troppo da persone che in molti casi sono quasi a digiuno di tecnologia. Spesso, però, da parte degli utenti basterebbe solo qualche precauzione in più per impedire a hacker e truffaldini vari di rubare dati sensibili, numeri di carte di credito e soldi…
Semplici precauzioni che la maggior parte degli internauti non utilizza stando allo studio realizzato dalla società Keeper Security su 10 milioni di password. Infatti, secondo lo studio, in barba ai consigli degli esperti e alle notizie di cronaca (come l’eclatante furto di dati subito da Yahoo), la parola chiave più utilizzata nel 2016 è addirittura la semplicissima e banale “123456”. Roba che anche un bambino è in grado di scovare!
Se ben il 17% degli utenti mondiali utilizza questa password, quelle più usate non sono più complesse. Al secondo posto si piazza la “sorella maggiore” “123456789”, al terzo l’intramontabile “qwerty” (vale a dire le prime 6 lettere della tastiera digitate di fila) all’ottavo – con grande fantasia – la parola… “password”. Keeper Security sottolinea, inoltre, che 4 delle prime parole d’ordine della lista sono composte da soli 6 caratteri o sono anche più brevi, rendendo la vita ancora più facile ai malintenzionati.
Ma le brutte notizie per i gli “internauti per caso” non finiscono qui. Anche password in apparenza complesse come “18atcskd2w” (al quindicesimo posto della lista) sono, in realtà, deboli. Questo perché, spiega il ricercatore Graham Cluley, gli account con questa parola chiave non sono stati creati dagli utenti, ma da “botnet” – le reti di pc “zombie” frutto di virus e malware – concepite per diffondere spam nei forum online. Insomma, per avere account sicuri, ribadisce l’esperto, un minimo di sforzo bisogna pur farlo…