Le crisi legate all’acqua rappresentano una minaccia per la pace globale. Attualmente, 2,2 miliardi di persone vivono senza accesso a un’adeguata fornitura d’acqua potabile sicura, mentre 3,5 miliardi non dispongono di servizi igienico-sanitari adeguati. Questi dati emergono dal rapporto dell’Unesco “L’acqua per la pace” pubblicato in occasione della Giornata mondiale dell’acqua.
Unesco: la crisi idrica minaccia la pace nel mondo
Le crisi idriche minacciano la pace nel mondo: oggi ci sono 2,2 miliardi le persone che vivono ancora senza accesso all’acqua potabile gestita in modo sicuro mentre 3,5 miliardi non hanno accesso a servizi igienico-sanitari sicuri. Lo rileva nella Giornata mondiale dell’acqua, dal tema ‘L’acqua per la pace’, il nuovo rapporto pubblicato dall’Unesco, per conto dell’Un-Water, organismo dell’Onu che coordina il lavoro sull’accesso all’acqua.
Quindi l’obiettivo delle Nazioni Unite di garantire questo accesso per tutti entro il 2030 è lungi dall’essere raggiunto, afferma l’Unesco avvertendo che c’è motivo di temere che tali disuguaglianze possano continuare ad aumentare. Per preservare la pace, dunque, gli Stati devono rafforzare la cooperazione internazionale e accordi transfrontalieri, afferma il direttore generale dell’Unesco Audrey Azoulay.
I danni della crisi idrica
Tra il 2002 e il 2021 la siccità ha colpito più di 1,4 miliardi di persone, ricorda l’Unesco aggiungendo che “a partire dal 2022, circa la metà della popolazione mondiale ha sperimentato una grave scarsità d’acqua per almeno una parte dell’anno, mentre un quarto ha dovuto affrontare livelli ‘estremamente elevati’ di stress idrico, utilizzando oltre l’80% della fornitura annuale di acqua dolce rinnovabile. Si stima che il cambiamento climatico aumenterà la frequenza e la gravità di questi fenomeni, con forti rischi per la stabilità sociale.
Fonte: Ansa