E'caduto nel vuoto l'appello dell'Unicef che, solo poche ore fa, invitava le forze in campo in Siria a far tacere le armi, con le quali veniva massacrata la popolazione di Idlib, bombardata soprattutto nelle zone delle scuole, che ospitano studenti e anche sfollati. L'escalation, però, non accenna a fermarsi: le forze governative, appoggiate dalla Russia, continuano a ingaggiare battaglia contro i ribelli sostenuti dai turchi che, secondo quanto riferito da Ankara, sarebbero morti in gran numero nel corso dell'ultimo raid aereo, attribuito all'esercito di Assad: 29 i militari turchi uccisi dall'attacco, mentre un altro numero imprecisato starebbe tuttora lottando fra la vita e la morte in ospedale. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, il bilancio sarebbe già superiore, con 37 soldati turchi uccisi.
Gli scontri
Inevitabile la ritorsione, con l'esercito turco che ha portato a termine una serie di raid contro obiettivi dell'esercito siriano, colpendo in particolare nelle zone di Aleppo, Hama e Latakia. Anche la zona di Idlib, dove le forze di Assad hanno allestito la prima linea, sarebbero state colpite da alcuni bombardamenti mirati. Tutto parte dell'escalation di violenza che sta caratterizzando la Siria, in un momento in cui sia la Turchia che la Russia sembrano intenzionate a portare avanti la loro campagna nel Paese, mentre l'esercito di Assad insiste nell'offensiva nei territori di Idlib con l'obiettivo di riprenderne il controllo. Addirittura, il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, si è intrattenuto telefonicamente con il segretario generale della Nato, Stoltenberg, a quanto pare per discutere circa un possibile sostegno sul campo, nello stesso momento in cui le forze governative rendono noto il numero delle vittime appartenenti alle loro schiere. Il nuovo appello alla tregua arriva dalle Nazioni Unite, che evidenziano come “il rischio di una maggiore escalation cresca di ora in ora” se non si procederà a un intervento nel Paese. A tal proposito, nel corso del vertice d'urgenza chiesto da Recep Tayyip Erdogan, era stato proprio il presidente turco a caldeggiare un intervento a sostegno della Turchia, ponendo l'aut aut che, in caso contrario, Ankara non avrebbe più fermato i migranti attraverso l'Anatolai diretti in Grecia. E quindi in Europa.