Fumata nera nell’incontro tra i sindacati della scuola – Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Gilda, Snals e anche Cobas – e il governo sulla riforma del ministro Giannini. Il vertice si era reso necessario a seguito della grande mobilitazione di insegnanti, dirigenti e personale Ata andata in scena in tre diversi appuntamenti: il 5 e il 6 maggio e oggi. Le sigle si sono dette insoddisfatte del confronto di Palazzo Chigi e annunciano nuove iniziative di protesta che potrebbero svolgersi anche durante il periodo degli scrutini.
“Ho apprezzato gli sforzi del Governo per apportare modifiche, ma sono insufficienti – ha detto il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo – Precariato, valutazione e contratto: sono questi – ha aggiunto – i tre punti su cui chiediamo interventi”. La Giannini aveva esordito spiegando l’importanza dell’incontro odierno per fornire ai rappresentanti dei lavoratori “una visione complessiva del provvedimento in discussione in Parlamento in un’ottica di dialogo e condivisione”. Il ministro ha poi riepilogato i contenuti della riforma e le modifiche apportate per andare incontro ai docenti.
“Le modifiche che sono state introdotte in parlamento non sono sufficienti perché non rimuovono i punti critici che noi non condividiamo – ha sottolineato il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan – . Se si fossero fatti prima altri incontri con il Governo sicuramente avremmo costruito un percorso più utile per cambiare la scuola”. Mentre la Cgil, tramite il suo profilo Twitter, ha spiegato che “gli emendamenti approvati non modificano la sostanza. Cambiamento sì – si legge – ma non come vorrebbe il Governo”.
Sulla Buona Scuola in giornata era intervenuto anche Matteo Renzi su Rep Tv. “Nel ddl ci sono 3 poteri ai presidi e noi stiamo cambiandone 2 su 3 – aveva detto – il preside proporrà il pof ma il consiglio di istituto lo approverà” così come sulla valutazione dei docenti “deciderà un nucleo di valutazione” mentre resta il potere del dirigente di scegliere gli insegnanti nelle graduatorie.