I carabinieri di Misilmeri hanno arrestato questa mattina a Brancaccio (Palermo) sette persone per i reati di furto, rapina, ricettazione, riciclaggio ed estorsione. La banda era specializzata nel furto di ciclomotori, con una particolare “predilezione” per la Vespa 50 Special, anche quando i mezzi erano custoditi in garage privati.
I mezzi rubati – riporta Palermo Today – venivano poi usati per altri furti e rapine; o smontati per riutilizzarne o rivenderne i pezzi; o ancora restituiti ai legittimi proprietari dietro pagamento, metodo estorsivo denominato “cavallo di ritorno“.
Accogliendo le tesi della Procura, il gip di Termini Imerese ha disposto il carcere per i due uomini considerati i capi dell’organizzazione, gli arresti domiciliari per altri cinque indagati e tre obblighi di firma.
La banda di Brancaccio
Le indagini sono state condotte tra febbraio e luglio del 2019. “Alcuni degli indagati all’epoca dei fatti erano minorenni“, sottolinea Sebastiano Arena, comandante del Gruppo carabinieri Palermo. Stando alle risultanze investigative, ognuno degli indagati aveva un ruolo ben preciso ma seguivano tutti uno stesso modus operandi. “Oltre ad utilizzare sempre mezzi precedentemente rubati e con targhe diverse – spiegano dal Comando provinciale – hanno operato quasi sempre a volto coperto in maniera tale da impedirne l’individuazione, agendo quasi sempre di notte”.
I furti venivano compiuti perlopiù in provincia. Venti i mezzi rubati (ma in alcuni casi restituiti ai proprietari grazie all’intervento dei carabinieri) tra i comuni di Bolognetta, Misilmeri, Marineo, Belmonte Ficarazzi, Bagheria e Monreale. Gl investigatori hanno poi ricostruito “le successive ricettazioni nonché una rapina, due tentate estorsioni e un episodio accertato di estorsione con il metodo del cosiddetto cavallo di ritorno”.