Nella storia del calcio, mai fidarsi degli ex. Che di solito incidono sempre. Così Roma-Napoli si gioca in un match di grande equilibrio. Alla fine è 1-1, giusto e meritato da parte della Roma che va sotto per il gol di Spinazzola nella prima frazione. Il forcing finale, il pari di Paredes, fino al gol di Angeliño che salva Roma e campionato.
Le scelte
Ranieri cambia la Roma: fuori i titolarissimi Saelemaekers, Hummels, Dybala, Pellegrini, Paredes e Dovbyk, dentro Soulè, El Shaarawy, Pisilli e Cristante con Rensch titolare. Nel Napoli, gli ex Juan Jesus, Spinazzola e Lukaku, supportato in attacco da Politano e Neres. Arbitra Fabbri.
La legge dell’ex
Inizio al cloroformio con le due squadre a studiarsi visto l’inatteso tema tattico della Roma. Come di consuetudine, sono gli ex a fare la differenza. Lukaku è il migliore nel Napoli, ma la zampata che porta avanti la capolista, è di Spinazzola che alla mezz’ora riceve da Juan Jesus, Mancini si perde Spinazzola che solo davanti a Svilar lo infila con un beffardo pallonetto. Il Napoli protesta per un contatto in area tra Konè e McTominay, e nel finale di tempo, la più nitida occasione per la Roma con l’incornata di Ndicka e super parata di Meret. All’intervallo, Napoli avanti.
La riprende Angeliño
Dentro Paredes, Saelemaekers e Dovbyk nella Roma alla quale serve la scossa per provare a riprenderla. Paredes su punizione va vicino al colpo grosso in due distinte occasioni su calcio di punizione, con la seconda che si infrange sul palo. Ultimi dieci minuti per Baldanzi e Paulo Dybala. Assalto finale della Roma. Cinque di recupero, con la Roma a dare tutto, fiono a perfezionare il pari, con Angeliño che all’ultimo respiro gela Meret. Il Napoli resta a +3 sull’Inter, per la Roma, un punto di grande coraggio.