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Elezioni in Polonia, gli exit-poll

Tra possibili alleanze e incognite sulla linea nei confronti di Bruxelles, la Polonia sceglie il nuovo corso politico

Ventinove milioni di cittadini, in Polonia, chiamati a scegliere il nuovo corso politico. La sfida alle urne indicherà la futura linea del Paese, in ballo tra sovranismo ed europeismo.

Polonia, l’esito delle urne

Svolta in Polonia che a sorpresa, almeno secondo l’unico exit poll diffuso in serata, dovrebbe abbandonare la deriva sovranista e anti-Ue che l’ha caratterizzata per otto anni e ritornare ad un rapporto più conciliante con l’Unione europea. Nelle elezioni legislative svoltesi oggi che hanno segnato un’affluenza record, il partito conservatore e nazionalista Diritto e Giustizia (PiS) guidato da Jaroslaw Kaczynski è arrivato primo come previsto, con il 36,8% distanziando l’alleanza elettorale centrista ed europeista ‘Coalizione Civica’ (Ko) dell’ex presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, cui andrebbe 31,6%.

Ma Tusk potrà contare su una maggioranza di 248 deputati al Sejm, la Camera bassa, considerando le alleanze con due partiti minori che si sono già dichiarati disposte a governare con lui. “Questo periodo cupo è finito, il regno populista di Diritto e Giustizia è finito”, ha esultato Tursk in serata davanti ai suoi sostenitori. “La Polonia ha vinto, la democrazia ha vinto”, ha scandito evidentemente già sicuro del risultato.

Il voto

Hanno aperto alle sette di stamattina ora locale e italiana le urne delle elezioni parlamentari in Polonia cui sono chiamati circa 29 milioni di elettori per scegliere soprattutto tra il partito sovranista “Diritto e Giustizia” (Pis) di Jarosław Kaczyński e l’alleanza europeista “Coalizione Civica” (Ko) di Donald Tusk. Decisivi saranno però un partito e due alleanze minori.

Si tratta di eleggere per i prossimi quattro anni 460 deputati del Sejm, la camera bassa del Parlamento, e 100 senatori. Le urne chiudono alle 21, quando sono previsti exit-poll di incerta affidabilità. Stando ai sondaggi, che gli attribuiscono un 33-36% delle intenzioni di voto pur in forte calo rispetto al 43,6% del 2019, al primo posto dovrebbe confermarsi il partito conservatore e populista guidato da Kaczynski. L’alleanza elettorale centrista ed europeista “Ko” dell’ex-presidente del Consiglio europeo Tusk sarebbe seconda con una ‘forchetta’ del 26-28%.

Le incognite

Decisivo è però quanti seggi raccoglierà “Confederazione”, un partito di estrema destra, razzista, omofobo e intenzionato a tagliare gli aiuti militari all’Ucraina che peraltro nega di volersi alleare col Pis. Pure Kaczynski dice di non volerli. Tusk invece, ricambiato, vuole accordarsi con i partiti di due alleanze minori: quella neonata di centro-destra a parziale connotato agricolo “Terza Via” e la socialdemocratica, filo-Ue e progressista detta “La Sinistra”. I voti raccolti da partiti e alleanze che finiscono sotto le rispettive soglie di sbarramento del 5 e 8% vanno al vincitore, quindi probabilmente al Pis, rendendo difficili previsioni univoche se proseguiranno o finiranno otto anni in cui dal 2015 il Pis è in attrito con l’Ue fra l’altro per la politicizzazione della magistratura e l’asservimento dei media pubblici.

Fonte: Ansa

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