Vige il più stretto riserbo sul Decreto migranti che oggi il ministro degli Esteri, Luigi di Maio e il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, presenteranno alla Farnesina. Il documento porta la firma del leader del MoVimento 5 Stelle, il quale era stato il più prudente sulla questione della redistribuzione dei migranti, al centro del recente summit di Malta, in cui l'Italia della ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, aveva fatto da timoniere proprio nel merito.
La questione della redistribuzione
Stando a prime indiscrezioni fornite dall'Ansa, il punto centrale riguarda la questione dei rimpatri attraverso l'individuazione di una lista di Paesi considerati come “sicuri” su cui vige ancora il massimo riserbo. Per Di Maio, la vera questione riguara il blocco delle partenze, pertanto una maggiore cooperazione sui rimpatri non farebbe che giovare a una decisiva virata dei flussi migratori. C'è il timore che vengano considerati “ospiti” alcuni Paesi che l'opinione internazionale non considera sicuri, come la stessa Tunisia. Su questo punto, però, Di Maio potrebbe avvalersi della direttiva n.32 varata dal Parlamento e dal Consiglio europeo nel giugno 2013 in materia di revoca dello status di protezione internazionale, che dà una certa discrezionalità sull'individuazione dei Paesi sicuri.
Di Maio: “Rimpatri? Fermi allo zero”
“È un lavoro di squadra” ha assicurato Di Maio alla trasmissione Mediaset Dritto e Rovescio: “È una cosa che nasce dal concerto con il premier, con il ministro dell'Interno […] e fa parte del programma di governo dove parliamo di politiche di accoglienza per chi può stare qui e di riammissione per chi non può” ha specificato. E sul mantra “accogliamoli tutti?”: “La soluzione è dire: chi può stare qui deve essere redistribuito negli altri Paesi – ha detto di Maio – ma per chi non può non possiamo aspettare due anni per sapere se possono stare qui o se possono essere rimpatriati. Sui rimpatri siamo fermi all'anno zero” ha dichiarato di Maio.