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Lequile, omicidio del Bancomat: fermato il secondo uomo

E' stato fermato anche il secondo uomo ricercato dai Carabinieri per l'omicidio dell'ex direttore di banca Giovanni Caramuscio, assassinato durante un tentativo di rapina la sera del 16 luglio a Lequile (Lecce), mentre stava prelevando contanti dallo sportello bancomat insieme alla moglie

E’ stato fermato anche il secondo uomo ricercato dai Carabinieri per l’omicidio dell’ex direttore di banca Giovanni Caramuscio, assassinato durante un tentativo di rapina la sera del 16 luglio a Lequile (Lecce), mentre stava prelevando contanti dallo sportello bancomat insieme alla moglie.

Il secondo sospettato

Nella notte i miliari hanno sottoposto a fermo d’indiziato di delitto, emesso dalla Procura della Repubblica di Lecce, Andrea Capone, 28 anni di Tricase, residente a Lequile. E’ accusato di essere il complice di Macaj Paulin, l’albanese 31enne arrestato il 17 luglio con il medesimo provvedimento e ritenuto l’esecutore materiale del delitto. L’uomo avrebbe aperto il fuoco contro la vittima – di 69 anni – impiegando una pistola Beretta, calibro 9 corto, con matricola abrasa che è stata ritrovata dai carabinieri nella sua casa.

La dinamica dell’omicidio

Come riferisce LeccePrima i momenti salienti della rapina e dell’omicidio sono stati immortalati dalle videocamere di sicurezza della banca. Nel filmato – della durata di una ventina di secondi – si vedono due uomini alti circa un metro e 65 e di corporatura massiccia arrivare davanti allo sportello Bancomat impugnando la pistola e indossando una sorta di passamontagna artigianale.

Giovanni Caramuscio è accanto a sua moglie, di fronte allo sportello. Il 69enne vede i due individui armati e reagisce, sferrando un pugno in direzione di uno dei due, colpendolo al volto. Questo cade mentre l’altro rapinatore spara per tre volte. Due proiettili vanno a segno e colpiscono l’ex direttore di banca davanti agli occhi impietriti di sua moglie. L’uomo non aveva neppure prelevato il denaro, non avendo avuto il tempo. I due si danno alla fuga lasciando Caramuscio a terra esanime.

Tricase e Paulin, riporta Ansa, rispondono di omicidio aggravato, in concorso, porto abusivo di arma alterata e ricettazione.

La felpa scura

Ad incastrare Capone è stata la felpa scura a maniche lunghe abbandonata la sera dell’omicidio in un pozzo e ritrovata la sera stessa dai Vigili del fuoco e che, come emerge dalle immagini dei filmati estrapolati dai sistemi di videosorveglianza, era quella che indossava il rapinatore non armato. La stessa felpa che il 28enne aveva indossato anche in altre occasioni, così come evidenziato in alcune foto pubblicate sul suo profilo Facebook.

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