Un gol dopo quattordici secondi, avrebbe piegato le gambe e irrigidito i muscoli a chiunque. Ma questa nuova Italia, cercava e voleva il primo riscatto dopo l’europeo. La Francia non era l’avversario ideale, ma il campo ha detto ben altro. Presuntuosa al limite dell’imbarazzante, incapace di monetizzare dopo il vantaggio lampo. Poi è uscita fuori l’Italia, che senza talenti, ma giocando di squadra, ha dimostrato che ci sono modi diversi per vincere. L’Italia ha scelto quello più congeniale, possesso e personalità. Frattesi centra la traversa, Dimarco rimette le cose a posto all’intervallo. Poi, nella ripresa, solo Italia: Frattesi completa la rimonta, Raspadori chiude il match che vale il primo successo azzurro in Nations League.
Si cambia
Per la prima di Nations League al Parco dei Principi contro la Francia, Spalletti vara il 3-5-1-1. La novità in mezzo è il ritorno in azzurro di Tonali dopo la squalifica, che va a fare reparto con Ricci e Frattesi. Ai lati Cambiaso, preferito a Bellanova e a sinistra Dimarco. Pellegrini a supporto di Retegui davanti. Dietro, Di Lorenzo, Bastoni e Calafiori davanti a Donnarumma. Sorprende invece Deschamps che rimescola le carte: Francia con il 4-2-3-1 e a sorpresa c’è Griezmann accanto a Olise e Barcola alle spalle di Mbappè. Intermedi Fofana e Kantè. Tra i pali Maignan, centrali Konatè e Saliba, Clauss e Theo Hernandez sugli esterni. Fischia lo svizzero Sharer.
Dimarco risponde a Barcola
Un inizio da incubo, come nei peggiori film horror, quasi a rivedere quel maledetto avvio di europeo contro l’Albania a Dortmund. Barcola ha impiegato appena 14 secondi per far esplodere il Parco dei Principi, mentre all’albanese Bayram ne erano serviti 23. Entrambi nati da due errori parrocchiali: in Germania quello di Dimarco, stasera quello scolaresco di Di Lorenzo, con il napoletano che si è addormentato su un retropassaggio di Cambiaso che ha innescato l’attaccante che ha sostituito Mbappè nel Psg. Da una parte tanta qualità, dall’altra gli azzurri che hanno sopperito con la densità. La Francia, una volta in vantaggio, ha sbagliato copione, pensando fosse troppo facile. E invece l’Italia è cresciuta, Frattesi ha fatto vibrare la traversa, fino ad arrivare al pari grazie ad una conclusione al volo di Dimarco che ha gelato Maignan. L’Italia ha gestito bene, ha fatto quello che il copione Spalletti aveva predisposto. E a gioco lungo gli azzurri, sul piano della mentalità e dell’applicazione, sono apparsi più squadra. E il pari è tutto meritato.
Frattesi la ribalta
Cambio per gli azzurri, fuori Pellegrini, dentro Raspadori che fa le prove generali del vantaggio. Il napoletano apre per Reategui che la mette in mezzo, arriva Frattesi e di mancino fulmina Maignan: 2-1 e partita ribaltata. La Francia adesso attacca a testa bassa, l’Italia si difende con ordine. Entrano Dembelè e Konè per dare più incisività all’attacco francese. Che però è convulso, figlio della precipitazione, mentre l’Italia sfiora il terzo gol: angolo Dimarco, svetta la testa di Frattesi, salva Maignan volando sul secondo palo. Intanto problemi per Frattesi che rimane a terra e chiede il cambio dentro Udogie. L’Italia gioca con personalità, fa girare il pallone senza frenesia e dietro alza il muro. Resta a terra anche Calafiori, toccato duro alla caviglia da Dembelé: dentro Buongiorno.
Raspadori la chiude
La Francia tiene palla ma non passa, lo fa invece l’Italia con un controgioco letale. Guizzo di Udogie che si accentra e tocca per Raspadori che di destro, sottomisura, gela Maignan e Parco dei Principi: 3-1 Italia, feroce nella politica del marcamento, raddoppia, triplica su Mbappè e su chiunque abbia, dei francesi, la palla al piede. Spazio anche per Brescianini e Kean per Dimarco e Retegui, quando il cronometro dice dieci alla fine. La Francia accusa il colpo e continua a faticare, arriva anche davanti a Donnarumma, ma il portierone del Psg chiude la saracinisca e manda tutti a casa. La vince l’Italia dei piccoli giganti, la vince l’idea di Spalletti, la vincono l’applicazione dei suoi uomini che hanno sbagliato nulla, se non in avvio. E se il buongiorno si vede dal mattino, allora buongiorno Italia. Vincere qui non era facile. L’Italia l’ha fatto, con personalità e coraggio. Alla fine, premiato.