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“Intervenire subito in soccorso di chi dorme in strada”

Appello di don Aldo Buonaiuto a Storie Italiane per soccorrere i clochard nel momento più tragico della pendamia di coronavirus e per "trasformare la comunicazione in comunione"

Don Aldo Buonaiuto, sacerdote di frontiera della Comunità Papa Giovanni XXIII, è intervenuto oggi a “Storie italiane” la trasmissione di Rai 1, condotta da Eleonora Daniele e, tra gli altri temi, ha commentato l’emergenza dei clochard che in piena pandemia dormo senza alcuna protezione anti-contagio nelle strade delle città italiane. “Ci sono tante persone eroiche, tanti giovani, anche nella Comunità Papa Giovanni XXIII, che a Roma, Rimini, Chieti e in tante altre realtà soccorrono e accolgono i senza tetto, rispettando le norme di sicurezza anti-Covid 19- spiega don Buonaiuto-. Con il necessario supplemento di attenzione li portano nelle nostre stutture di accoglienza, quelle che chiamiamo le capanne di Betlemme. Andiamo incontro ai  nostri fratelli, siamo al loro servizio e non li abbandoniamo“. Il sacerdote in prima linea da decenni a sostegno degli ultimi ha fatto appello allo Stato perché “se un popolo è una comunità non lascia indietro nessuno“. Quindi, “oltre alla mobilitazione caritatevole del volontariato cattolico e non, è necessario che durante l’emergenza sanitaria dei clochard si faccia carico lo Stato, preoccupandosi delle loro specifiche condizioni di vita”, esorta don Buonaiuto che ha richiamato l’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica sul necessario “riconoscimento della nostra identica dignità alle persone costrette a vivere per strada“, perciò “va immediatamente varato un piano pubblico per toglierli da questa situazione di pericolo e ospitarli in ricoveri d’emergenza

L’impegno della Chiesa

“Per far fronte all’emergenza coronavirus- afferma don Buonaiuto- E’ in atto un colossale cambiamento nella comunicazione ecclesiale: attraverso tutti i media nuovi e tradizionali la Chiesa si mobilita per far sì che la gente si senta un popolo, una comunità”. In epoca di pandemia “la comunicazione diventa essenziale e sostanziale perché mette in contatto le persone e mantiene i legami relazionali in una situazione di isolamento collettivo”. Quindi, “la comunicazione è al tempo stesso comunione”, perciò “non servono cose strampalate e irrispettose, ciò che conta è non far sentire sole le persone più deboli”.

E aggiunge:”Ci sono decine di migliaia di persone contagiate dal Covid-19 e migliaia di famiglie che piangono i loro morti“, evidenzia don Buonaiuto. “L’Italia è in lutto ed è il tempo delle verità, della decenza nel rispetto sacrale della vita umana e, per chi crede, della preghiera”. Il sacerdote di frontiera della Comunità Papa Giovanni XXIII invita alla vicinanza spirituale, morale e materiale nei confronti degli individui più fragili e rivolge un plauso a “Storie Italiane” per “il modo rispettoso e ancorato alla verità e ai valori con cui informa il Paese sull’emergenza in corso nella quale viviamo tutti una condizione di angoscia”. Un pensiero di gratitudine e ammorazione, infine, “al personale sanitario al servizio dei sofferenti con eroica dedizione”.

 

 

 

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