Tragedia in un carcere della Repubblica di Haiti, uno Stato situato sull’isola di Hispaniola, nel Mar dei Caraibi.
Durante una sommossa violenta avvenuta ieri nel carcere di Croix-des-Bouquets, alla periferia della capitale Port au Prince, sono morte otto persone: sette detenuti e il direttore del centro di reclusione, Paul Hector Joseph. Joseph che è stato colpito più volte da armi di da fuoco.
Secondo il portale di notizie InfoHaiti.net, non è stato ancora chiarito quale episodio sia all’origine dell’incidente, se un ammutinamento o un attacco armato dall’esterno, ma per il momento è certo che esso ha permesso la fuga di numerosi reclusi.
La fuga dei reclusi di Haiti
Per cercare di riportare l’ordine la polizia haitiana ha fatto ampio uso di lacrimogeni, erigendo barricate sulle vie di accesso alla prigione, per cercare di bloccare la fuga di altri detenuti.
Arnel Joseph in fuga
I media haitiani – riportati da Ansa – hanno riferito che per molte ore fuori e dentro il centro di detenzione si sono sentiti spari di armi automatiche, e a quanto sembra i sette detenuti uccisi facevano parte di quelli che erano riusciti a scappare all’esterno. Infine il portavoce della polizia nazionale, Garry Desrosiers, ha confermato che fra gli evasi si trova anche Arnel Joseph, pericolosissimo ex boss della banda di ‘Village de Dieu’, vicino a Port au Prince.
Secondo le ultime informazione, Arnel sarebbe fuggito armato di un fucile M-4 e di una pistola da 9 mm. Durante le fuga collettiva, sarebbero fuggiti anche numerosi altri banditi ritenuti estremamente pericolosi.
Diversamente, altri prigionieri altrettanto “famosi” – tra cui l’ex vice Arnel Bélizaire – non si sono mossi dalla propria cella durante gli scontri tra ammutinati e agenti penitenziari.
Le proteste contro il Presidente Moise
Lo scorso 15 febbraio migliaia di persone hanno manifestato nella capitale di Haiti, Port-au-Prince, contro il presidente Jovenel Moise, accusato di voler stabilire una “nuova dittatura“. In quella occasione, la polizia ha arrestato 23 persone, accusandole di “tentato colpo di Stato”.