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Giorno del Ricordo, Mattarella: “Sulle foibe muro di silenzio”

"Un muro di silenzio e di oblio - un misto di imbarazzo, di opportunismo politico e talvolta di grave superficialità - si formò intorno alle terribili sofferenze di migliaia di italiani, massacrati nelle foibe o inghiottiti nei campi di concentramento": così Mattarella nel Giorno del Ricordo

Si è svolta al Quirinale la cerimonia per il ricordo del dramma delle foibe alla presenza del capo dello Stato Sergio Mattarella: “Giorno dedicato alla tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra”.

Foibe: Mattarella, tragedia di italiani e di vittime dell’esodo

“Sono passati quasi ottant’anni dai terribili avvenimenti che investirono le zone del confine orientale e venti anni dall’istituzione del Giorno del Ricordo, deliberata dal Parlamento a larghissima maggioranza. Giorno dedicato alla tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante la celebrazione del “Giorno del Ricordo”, al Quirinale.

Presenti la premier Giorgia Meloni, seduta accanto al presidente della Repubblica, i ministri degli Esteri Antonio Tajani, della Difesa Guido Crosetto, degli Interni Matteo Piantedosi, della Cultura Sangiuliano e dello sport Abodi. Durante la cerimonia sono state lette testimonianze degli esuli di Istria e Dalmazia e di familiari di vittime delle foibe.

“A Basovizza ferocia titina contro italiani”

“In quelle martoriate ma vivacissime terre di confine, che da secoli ospitavano popoli, lingue, culture, alternando fecondi periodi di convivenza a momenti di contrasto e di scontri, il secolo scorso ha riservato la tragica e peculiare sorte di vedere affiancati, a pochi chilometri di distanza – in una lugubre geografia dell’orrore – due simboli della catastrofe dei totalitarismi, del razzismo e del fanatismo ideologico e nazionalista: la Risiera di San Sabba, campo di concentramento e di sterminio nazista, e la Foiba di Basovizza, uno dei luoghi dove si esercitò la ferocia titina contro la comunità italiana“.

“Sulle foibe si formò un muro di oblio e imbarazzo”

“Un muro di silenzio e di oblio – un misto di imbarazzo, di opportunismo politico e talvolta di grave superficialità – si formò intorno alle terribili sofferenze di migliaia di italiani, massacrati nelle foibe o inghiottiti nei campi di concentramento, sospinti in massa ad abbandonare le loro case, i loro averi, i loro ricordi, le loro speranze, le terre dove avevano vissuto, di fronte alla minaccia dell’imprigionamento se non dell’eliminazione fisica”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante la celebrazione del “Giorno del Ricordo”, al Quirinale.

“Lotta di Liberazione ci evitò la sorte dei tedeschi”

“Il nostro Paese, per responsabilità del fascismo, aveva contribuito a scatenare una guerra mondiale devastante e fratricida; e fu grazie anche al contributo dei civili e dei militari alla lotta di Liberazione e all’autorevolezza della nuova dirigenza democratica, che all’Italia fu risparmiata la sorte dell’alleato tedesco, il cui territorio e la cui popolazione vennero drammaticamente divisi in due. Questo, tuttavia, non evitò che le legittime istanze di tutela della popolazione italiana residente nelle zone del confine orientale fossero osteggiate, frustrate e negate”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante la celebrazione del “Giorno del Ricordo”, al Quirinale.

“Italiani d’Istria, Dalmazia e Fiume pagarono il prezzo”

“Il nuovo assetto internazionale, venutosi a creare con la divisione in blocchi ideologici contrapposti, secondo la logica di Yalta, fece sì che passassero in secondo piano le sofferenze degli italiani d’Istria, Dalmazia e Fiume. Furono loro a pagare il prezzo più alto delle conseguenze seguite alla guerra sciaguratamente scatenata con le condizioni del Trattato di pace che ne derivò. Dopo aver patito le violenze subite all’arrivo del regime di Tito, quei nostri concittadini, dopo aver abbandonato tutto, provarono sulla loro sorte la triste condizione di sentirsi esuli nella propria Patria. Fatti oggetto della diffidenza, se non dell’ostilità, di parte dei connazionali”.

“Le sofferenze” degli italiani d’Istria, Dalmazia e Fiume “non furono, per un lungo periodo, riconosciute. Un inaccettabile stravolgimento della verità che spingeva a trasformare tutte le vittime di quelle stragi e i profughi dell’esodo forzato, in colpevoli – accusati indistintamente di complicità e connivenze con la dittatura – e a rimuovere, fin quasi a espellerla, la drammatica vicenda di quegli italiani dal tessuto e dalla storia nazionale”, ha concluso il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla celebrazione del “Giorno del Ricordo” in Quirinale.

Fonte: Ansa

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