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Burkina Faso: presidente Kabore in mano agli insorti. E’ colpo di Stato?

I soldati che si sono ammutinati domenica nel Burkina Faso avrebbero catturato il presidente, Roch Marc Christian Kabore, dopo una notte di sparatorie e di disordini nella capitale Ouagadougou

I soldati che si sono ammutinati domenica nel Burkina Faso – Stato dell’Africa occidentale – avrebbero catturato il presidente, Roch Marc Christian Kabore, dopo una notte di sparatorie e di disordini nella capitale Ouagadougou: lo scrive l’emittente francese France 24, citando fonti locali, riportata da Ansa.

France 24 afferma che spari sono stati uditi provenire dalla zona dove sorge la residenza del presidente Kabore. Residenti locali, citati dall’emittente francese, affermano che un elicottero sorvola la residenza presidenziale a Ouagadougou. Altri media affermano che sparatorie sono in corso nei pressi della tv di stato.

L’ammutinamento dei soldati

I soldati si sono ammutinati domenica scorsa, 23 gennaio, in diverse caserme del Burkina Faso, comprese quelle di Sangoulé Lamizana e Baba Sy, per chiedere la partenza dei capi dell’esercito e “mezzi appropriati” per combattere i jihadisti.

Gli spari sono stati uditi nel tardo pomeriggio di domenica a Ouagadougou vicino alla residenza del presidente del Burkina Faso, hanno detto i residenti all’AFP. Un elicottero, a luci spente, ha sorvolato anche il quartiere Patte d’Oie dove si trova la residenza quando è avvenuta la sparatoria che, dapprima pesante, è poi diventata più sporadica, secondo i residenti del quartiere. Quasi contemporaneamente anche i soldati delle caserme di Sangoulé Lamizana e Baba Sy nella capitale del Burkinabe hanno sentito intensi spari.

Il governo del Burkina Faso smentisce il colpo di Stato

Ieri il governo del Burkina Faso aveva riconosciuto che le “sparatorie ” hanno avuto luogo, ma ha negato “una presa di potere [vale a dire un colpo di Stato, ndr] da parte dell’esercito”.

“Le informazioni veicolate nei social network tendono a far credere a una presa di potere da parte dell’esercito in questo giorno” di domenica, indica un comunicato stampa del portavoce del governo, Alkassoum Maiga. “Il governo, pur riconoscendo l’esistenza delle sparatorie in alcune caserme, smentisce queste informazioni e invita la popolazione a mantenere la calma”, aggiunge.

“Nessuna istituzione della Repubblica si è ancora preoccupata”, ha detto sempre domenica scorsa il ministro della Difesa, generale Barthélémy Simporé, in un intervento alla televisione nazionale. Simporé ha aggiunto che i movimenti osservati “in poche caserme” sono “localizzati, circoscritti” e che lui “stava per entrare in contatto con chi è sul posto per capirne le motivazioni”. Oggi, però, la notizia della presunta cattura del presidente Kabore.

La violenza terroristica

Il Burkina Faso, fino al 1984 noto come Alto Volta (ex colonia francese) è uno Stato indipendente dell’Africa occidentale privo di sbocchi sul mare. Ha una superficie di 274mila km² e confina con il Mali a nord, il Niger a est, il Benin a sud-est, il Togo e il Ghana a sud e la Costa d’Avorio a sud-ovest.

Come i vicini Mali e Niger, il Burkina Faso – spiega France24 – è coinvolto in una spirale di violenze attribuite a gruppi jihadisti armati, affiliati ad Al-Qaeda e al gruppo dello Stato Islamico (isis). Gli attacchi contro civili e soldati sono sempre più frequenti e concentrati soprattutto nel nord e nell’est del Paese. La violenza dei gruppi jihadisti ha ucciso più di 2.000 persone in quasi sette anni e costretto 1,5 milioni di persone a fuggire dalle proprie case.

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