Arcelor Mittal ha dichiarato ai sindacati l’intenzione di volere prorogare di ulteriori 9 settimane la cassa integrazione guadagni. Avrà come causale Covid-19. L’ammortizzatore sociale verrà esteso per un numero massimo di 8.147 dipendenti del siderurgico di Taranto, rispettivamente divisi in 5.623 operai, 1.522 impiegati, 871 equivalenti e 131 quadri. La procedura è in continuità con quella avviata il 3 agosto che per 6 settimane aveva sostituito la cassa integrazione ordinaria.
La società ha affermato di essere costretta a dover incrementare il numero di settimane di cassa integrazione “a causa del perdurare della riduzione dell’attività lavorativa riconducibile alla situazione di emergenza epidemiologica da virus Covid-19 in atto a livello nazionale”.
I sindacati
Ieri si è chiuso l’iter previsto dalla procedura di raffreddamento in occasione dello sciopero indetto da Fim, Fiom e Uilm relativamente alle razionalizzazioni intervenute in occasione della ripartenza dei reparti Pla/2 e Laf. Oggi ha scioperato il Pla mentre il 7 settembre ci sarà quello del reparto Laf.
Le Rsu hanno affermato che: “La multinazionale ha mostrato il suo vero volto, quello di un’azienda predatrice e incapace di avere relazioni industriali continuando a non affrontare nel merito le questioni poste dalle Organizzazioni sindacali.” Continuano poi: “ L’incontro è stata l’ennesima dimostrazione del fatto che non esistono relazioni industriali e, pertanto, come Fiom Cgil, unitamente a Fim e Uilm, proseguiremo nelle mobilitazioni a partire dai due scioperi. Arcelor Mittal non ha nessuna intenzione di investire su Taranto e lo stato di abbandono della fabbrica, l’utilizzo massiccio della Cassa integrazione e i mancati investimenti sulla manutenzione ordinaria e straordinaria sono un chiaro segnale”.
L’8 settembre alle ore 12 ci sarà un incontro tra l’azienda e i sindacati.