Due mamme e un papà sono sospettati di aver commesso abusi sessuali nei confronti di alcuni minori, mirati alla presunta produzione di materiale pedopornografico. Questo quanto emerso nell'ambito di un'indagine della Polposta culminata con una misura di custodia cautelare emessa dal gip di Firenze ed eseguita dagli stessi agenti della Polizia postale della Toscana nei confronti dei tre indiziati: secondo l'accusa, le due donne (una residente a Terni, l'altra a Reggio Emilia) avrebbero prodotto foto e altri contenuti di carattere pedopornografico utilizzando le loro figlie fin dai primi anni di età (le bimbe avrebbero ora entrambe meno di 10 anni) da destinare a un uomo, residente in Toscana e, a quanto pare, padre di una delle due bambine, indicato appunto come il ricevente del materiale. L'uomo sarebbe stato fermato nell'agosto scorso, dopo essere stato trovato in possesso di foto e altro materiale dai contenuti identificati appunto come pedopornografici, individuati su alcune piattaforme di condivisione mobile e messaggistica istantanea alle quali era iscritto e sulle quali avveniva lo scambio.
L'indagine
Sempre da qui, riporta La Nazione, gli investigatori sarebbero riusciti a ricostruire il legame fra l'uomo e le due donne accusate nell'ambito della stessa inchiesta (in particolare con la persona residente a Terni, con la quale intratterrebbe una relazione sentimentale). Ai due sono contestati i reati di pornografia minorile, “per aver divulgato notizie e informazioni finalizzate allo sfruttamento sessuale dei minori di anni 18, prodotto materiale pornografico realizzato con minori di 18 anni, nonché di violenza sessuale nei confronti di minori per aver costretto una persona minore a subire rapporti sessuali“. Secondo quanto scrive nell'ordinanza il gip Agnese Di Girolamo, la coppia arrestata dalla Polposta avrebbe deciso di concepire la bambina al solo scopo di abusarne sessualmente: secondo quanto emerso da una chat, infatti, l'ipotesi “emerge come assolutamente verosimile“. Le due minori, presunte vittime degli abusi, sarebbero già state affidate ai servizi sociali e portate in luoghi sicuri.