Per un cattolico questa giornata dovrebbe avere un particolare significato. Il Mercoledì delle Ceneri segna l’inizio di un tempo propizio per la propria conversione chiamato Quaresima. La Chiesa indica questo come un periodo “favorevole” per il cambiamento, la crescita spirituale, il digiuno… Parole ed argomenti, questi, sempre più osteggiati e derisi da una certa società. Sembra ormai diventato fuori moda richiamare l’uomo ad una ricerca vera del senso vivo e profondo dell’esistenza.
Rinnovarsi spiritualmente significa andare controcorrente, dove la “corrente” è lo stile di vita superficiale, incoerente ed illusorio, che spesso ci trascina, ci domina e ci rende schiavi del male o comunque prigionieri della mediocrità morale. Il Cristianesimo non è una filosofia di vita, come le tante che, nel corso della storia, hanno illuso l’umanità, ma molto di più.
Il mondo di oggi ha bisogno di incontrare missionari del Vangelo, uomini dello Spirito, persone che non si compromettono con la mediocrità di una civiltà secolarizzata, discepoli sinceri che non rinunciano più e non possono fare a meno di seguire e servire il Signore. Ed allora, questi quaranta giorni prima della Pasqua diventano non solo una chance per educarsi nella Fede ed arrivare alla Resurrezione coscienti e consapevoli del dono immenso di avere un Dio totalmente dalla parte dell’uomo.
Gesù con la sua croce, ancora e forse sempre più odiata e meno compresa dal mondo di oggi, è l’unico e vero testimone di speranza, anche per coloro che non credono. La Quaresima dovrebbe essere l’occasione per tornare ad insegnare nelle famiglie, nelle scuole, nei posti di lavoro ed ovunque ci si trovi quel senso di appartenenza che fa nascere la condivisione e il servizio verso gli altri. Siamo certi che gli spazi aridi e desertici dell’indifferenza e del risentimento che invadono ogni giorno un mondo sempre più bisognoso di amore e di giustizia possono essere colmati. Una nuova umanità può rigenerarsi…basta accorgersi e aprirsi all’altro uscendo dall’illusione dell’auto-sufficienza, quello stato profondo di chiusura, che è l’origine stessa dell’ingiustizia.
Se riusciremo ad impegnare questi quaranta giorni nel cercare di migliorare i nostri comportamenti indirizzandoli verso un bene più vero e grande allora avrà avuto un senso vivere questo tempo liturgico. Fuori dal rumore di questo mondo, il Signore ci chiede di dare più spazio alla meditazione, alla preghiera, alla contemplazione, ci invita a continuare un cammino verso il più profondo di noi stessi, nella essenzialità del rapporto con la vita e con il prossimo.
Ecco quindi il momento di uscire allo scoperto: abbandonare la vergogna, l’ozio, le tentazioni del maligno per compiacersi della propria fede in evoluzione. Gesù è il Salvatore di tutti, dai rifiutati della società, dai poveri più poveri a coloro che sono malati di onnipotenza e che si ergono a manipolare le sorti di tutti.
Per chiunque c’è una speranza anche per noi credenti così spesso addormentati, incapaci di vegliare e di svegliare quel prossimo più stordito dalle forze del male. In questa giornata desiderare l’imposizione delle ceneri sarà già un primo passo per mettersi dinanzi alla scelta di avanzare verso Cristo, verso l’amore vero, in cammino per liberarci dal perverso egoismo.