La strage di Tunisi del 18 marzo, con un margine di errore molto basso, è ormai attribuibile all’Isis dopo la cattura del capo dei terroristi il cui nome non è stato ufficializzato, ma sarebbe tale Maher bin Al-Moulidi Al-Qaidi, un tunisino residente normalmente in Belgio.
Un blitz che conferma una strategia del terrore diversa da quella applicata in occasione dell’attacco alle Torri Gemelle. Non un attacco unico con grossi risultati ma una serie di azioni in varie aree del mondo, dagli effetti modesti rispetto a quello che avvenne l’11 settembre, ma proprio per questo più difficili da prevedere e fronteggiare.
Ciò che è avvenuto a Tunisi ne è un esempio, non un assalto in grande stile alle due navi da crociera italiane, la Costa Fascinosa e MSC Splendida in sosta nel porto di Tunisi, peraltro facilmente realizzabile sul piano operativo, ma un attacco “mirato” compiuto da un modesto nucleo di uomini usati come braccio operativo “a perdere” come era già avvenuto a Parigi ed in Olanda.
L’attentato al Museo Bardo di Tunisi è costato la vita a 18 turisti occidentali, di varie nazionalità, tutti passeggeri di due navi da crociera italiane. Un messaggio al nostro Paese? E’ difficile dirlo allo stato dei fatti, ma molto probabile.
L’azione terroristica era fin dall’inizio studiata per colpire il Museo e non il Parlamento come all’inizio ipotizzato. Lo dimostrano le immagini delle telecamere interne dove i due terroristi pronti al sacrificio incrociano prima dell’azione un terzo soggetto da loro sicuramente conosciuto che ripiegava dai locali dove poi è avventa la mattanza. Qualcuno a cui era stato affidato il compito di “scouting” per accertare che l’azione poteva essere compiuta, aggirando una pressoché inesistente vigilanza tunisina.
Nello specifico, però, non solo la Tunisia ha sottovalutato il possibile pericolo, ma anche chi forse avrebbe dovuto dar seguito con azioni concrete ai contenuti di un documento ufficiale emanato dalla Capitaneria di Porto di Salerno che il 2 marzo 2015 avvertiva della minaccia “…nella acque territoriali tunisine vi è la possibilità di atti terroristici jihadisti nei confronti di natanti, imbarcazioni ed obiettivi marittimi tunisini”. Una notizia (volutamente?) ignorata, così come sotto silenzio è rimasta le segnalazione locale del documento da parte del sito valledeitempli.net.
Alle due navi da crociera Costa Fascinosa ed alla MSC Splendida non è stato, invece, interdetto quel tratto di mare che la Capitaneria di Salerno aveva segnalato fosse a rischio, e le vittime dell’attentato al Museo Bardo erano passeggeri di quelle navi all’oscuro del pericolo che correvano. Né in loco sono state approntate scorte per i pullman provenienti da obiettivi sensibili.
Le Autorità tunisine, invece, sono intervenute dopo che il dramma si era ormai consumato, rimuovendo immediatamente dai loro incarichi i responsabili della sicurezza del Museo e del Parlamento nonché i vertici della polizia la cui scarsa professionalità – è stata questa la motivazione – ha permesso che l’attacco terroristico avesse successo.
Il documento italiano è passato dunque inosservato, due nostre navi destinate al trasporto turistico hanno liberamente solcato un tratto di mare giudicato al momento a rischio, ignorando l’informativa della Capitaneria di Salerno forse giudicata troppo allarmistica. Uno schiaffo alle procedure di allerta preventiva che hanno proprio il compito di tutelare gli obiettivi da possibili attacchi.
Errori di valutazione o interessi economici che ancora una volta, come nel caso dei due Fucilieri di Marina da anni nelle mani di Nuova Delhi, hanno prevalso su tutto?