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SPAGNA: I MALATI IN CORO CONTRO L’ALZHEIMER

La musica come terapia della memoria per coloro che hanno smesso di ricordare. È quanto accade in Spagna, in un coro speciale perché composto interamente da malati di Alzheimer e da alcuni volontari. “Las voces de la memoria” – questo il loro nome – è un gruppo vocale di Valencia sorto nel 2010 dopo l’intuizione di un giovane volontario di una casa di cura iberica. Il ragazzo aveva notato che gli anziani ricoverati a causa del terribile morbo faticavano a ricordare le nozioni più elementari – come i nomi dei familiari – ma sapevano ogni nota delle canzoni della loro giovinezza.

Dalla felice scoperta è nata l’idea di organizzare un gruppo di supporto per la creazione di un coro che fosse al contempo riabilitativo e di svago. Inizialmente partito con una ventina di degenti, il gruppo di voci riunisce oggi una quarantina di malati dai 55 al 92 anni di età. Dopo due anni di prove, il gruppo ha avuto l’onore lo scorso febbraio di esibirsi per la prima volta a Madrid davanti alla regina Sofia e ora andrà in tour, esibendosi anche nel corso delle Fallas, le famose feste che ogni anno si svolgono a Valencia. La loro esibizione è in programma il prossimo 16 marzo.

Il coro aveva raggiunto la fama in patria grazie a un bellissimo documentario tv che ha registrato il debutto al teatro Palau de la Musica di Valencia davanti a centinaia di persone. Il video presentava la fatica dei malati di Alzheimer di vivere la quotidianità con un morbo – chiamato anche demenza senile – che cancella progressivamente e inesorabilmente tutti i ricordi, in particolare quelli che riguardano la memoria a breve termine. La malattia di Alzheimer è degenerativa e finora incurabile.

Il documentario perseguiva narrando la gioia e la speranza che la musica aveva restituito ai protagonisti, impegnati quotidianamente in lezioni di ritmo e canto. Da allora “Las voces de la memoria” (Le voci della memoria) non si sono più fermate dimostrando le possibilità curative della musicoterapia. “La musica – si legge nel sito dell’ensemble – permette di rallentare la progressione della malattia e favorisce il recupero dell’identità e delle emozioni, che si perdono per colpa della malattia, e aiuta a far sopravvivere in qualche modo il ricordo collegato alla musica, al canto, al ritmo e alla danza”.

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