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RONDINE, UNA PACE DA NOBEL

Agharahim e Maria insegnano la pace nei campi di formazione che organizzano in Georgia per i ragazzi dei loro rispettivi Paesi. A guardarli così, uniti, nessuno penserebbe che provengano da due Stati – l’Azerbaijan lui e l’Armenia lei – divisi da una feroce rivalità. Kan è diventato viceministro degli Esteri dell’Abcasia, una piccola Repubblica adagiata sul Mar Nero nata dal dissolvimento dell’Unione Sovietica, e aiuta la sua gente a seguire la via del dialogo, a rifiutare ogni proposito di vendetta nei confronti dei russi. Chermen, infine, è viceministro delle Finanze dell’Inguscezia, uno statarello autonomo situato alla pendici settentrionali del Caucaso. Aiuta il suo popolo, lo incoraggia trasmettendogli ciò che ha imparato. Nomi e volti di ragazzi con storie e vite diverse ma accomunate dal rifiuto del pregiudizio e dell’odio. Giovani veramente anticonformisti, autentici promotori dell’unica vera rivoluzione possibile: la pace. Insieme costruiscono il futuro attraverso la politica con la P maiuscola, quella che incentiva il benessere, la solidarietà e non persegue biechi interessi economici mandando centinaia di persone a morire.

La loro vocazione è innata ma per portare frutto è stata coltivata attraverso un percorso di conoscenza e culturale affrontato nei due anni trascorsi presso la Onlus “Rondine Cittadella della Pace”, una meravigliosa realtà situata nell’omonimo borgo medievale dell’aretino. L’associazione accoglie ogni anno 30 studenti provenienti da aree in conflitto e li fa vivere insieme. Israeliani e palestinesi, russi e ceceni, serbi e kosovari, indiani e pakistani, giovani delle diverse etnie africane a dividere il pane, scherzare e ridere per dimenticare l’orrore e la povertà da cui provengono. Rondine propone loro un principio aureo: il nemico non esiste. L’altro va rispettato perché non identifica una bandiera, un Paese, un’ideologia o una religione ma è una persona unica nel suo genere, uno studente come qualsiasi altro che può risultare simpatico anche se proviene da una realtà considerata ostile dal tuo popolo di appartenenza. Uno schiaffo al pregiudizio.

Ogni anno la Onlus pubblica un bando e lo diffonde in mezzo mondo grazie al web o alla testimonianza degli ex partecipanti al progetto. Chi è interessato invia una richiesta che viene valutata dallo staff e poi sostiene un colloquio motivazionale nel suo Paese. Alla fine della scrematura ne vengono selezionati quindici che vanno ad aggiungersi ad altrettanti veterani già in sede per raggiungere il numero di 30. Oggi la totalità degli iscritti arriva già con una laurea e, ad inizio percorso, sceglie un master da frequentare in un qualsiasi ateneo italiano convenzionato. Si tratta quasi sempre di materie riguardanti le relazioni internazionali e la comunicazione, perché Rondine ha un obiettivo nobile: formare gli statisti del domani.

Per stimolare il dialogo fra loro Rondine fa partecipare i ragazzi a dei corsi di italiano, una lingua neutra attraverso cui confrontarsi, e li mette al centro di progetti da proporre alle scuola. Come “Capire i conflitti, praticare la pace” che ha portato decine di alunni delle secondarie di primo e secondo grado a visitare i luoghi della prima guerra mondiale, accompagnati dallo staff e dai giovani di “Cittadella della Pace”. L’attività dell’associazione non è passata inosservata e Rondine si è guadagnata la candidatura al Nobel per la Pace del 2015. Una notizia inattesa che ha lasciato di stucco anche il presidente, Franco Vaccari: “Da buon toscano lì per lì pensavo fosse uno scherzo, non ci credevo – racconta a Interris – poi passato lo sbigottimento iniziale ho provato una grande gioia ma anche un grande senso di responsabilità”. Perché ora, per la Rondine, si apre una fase nuova. “La candidatura ci fa entrare in un contesto internazionale forte – spiega – e il nostro pensiero deve andare anche a chi lavora ogni giorno per perseguire i nostri stessi obiettivi senza avere tali riconoscimenti”. A celebrare l’evento sono stati i tanti ragazzi che sono passati per la Onlus. “C’è stata una grande festa al momento dell’annuncio e io ho ripensato ai giovani appartenenti a nazioni e etnie rivali e che ora lavorano insieme. Come due “rondini d’oro” (il titolo ricevuto al termine del biennio ndr) della Sierra Leone provenienti da gruppi in guerra fra loro. Pensate: hanno fondato a Makeni un centro per i diritti umani e combattono contro Ebola, l’unico vero nemico in quelle zone”.

Vaccari è tra i fondatori della Cittadella. E’ il 1977 quando un gruppo di volontari di ispirazione cattolica chiede e ottiene dall’allora Vescovo di Arezzo, Mons. Teosfolo Cioli, il permesso di ristrutturare il borgo, in stato di abbandono. Armati di pala, vanga e buona volontà lo ricostruiscono, ospitando, in seguito, la prima esperienza di servizio civile al femminile. Nell’88 la comunità riesce a realizzare il suo primo miracolo: un musical dedicato alla vita di San Francesco d’Assisi in Unione Sovietica. Ed è proprio nella patria dell’ateismo di massa e della scristianizzazione che la Rondine comincia sbattere le ali, costruendo relazioni diplomatiche finalizzate alla pace. Tanto che nel 1995 all’associazione viene chiesto di svolgere un’attività di mediazione per risolvere il conflitto russo-ceceno. Il tentativo fallisce ma Vaccari e suoi capiscono di aver imboccato la strada giusta. Due anni dopo arriva la richiesta di accogliere alcuni giovani ceceni che non potevano studiare in Russia. La risposta è affermativa, a patto che, insieme a loro, vengano mandati anche dei ragazzi russi, in modo da farli vivere insieme per stimolare il senso di solidarietà. E’ l’inizio di una meravigliosa avventura di solidarietà e fratellanza che non smette mai di porsi davanti nuovi orizzonti. “Ora stiamo lavorando affinché i nostri giovani in giro per il mondo, queste cellule staminali della pace, si mettano in moto per curare le ferite delle loro terre – annuncia Vaccari – in Italia, poi, dal primo settembre accoglieremo una quarta liceo che starà con noi, aiutandoci a propagare il nostro messaggio”. E a sostenere la Rondine nel suo volo verso Oslo: nulla è impossibile per chi sa realizzare i sogni.

 

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