Sarà che il 17 è da sempre associato alla cattiva sorte, che guerre e cataclismi vengono letti come preoccupanti segni premonitori; sarà che quella del 2012 si è rivelata un clamoroso flop, nonostante trasmissioni tv e film catastrofisti. Fatto sta che anche il 2017 si apre con la solita previsione sulla fine del mondo. Un rituale, quello legato ai vaticini sull’Apocalisse, che affascina e terrorizza allo stesso tempo, e quindi fa audience, anche se spesso sfocia nel ridicolo.
La fine dei tempi anche in questo caso ha una data: il 21 agosto. Per quel giorno è infatti prevista la grande eclissi che lascerà al buio per alcuni minuti gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. Un evento rarissimo, visto che difficilmente questi fenomeni hanno un’estensione così vasta. Tanto è bastato per ricollegarlo a uno dei passi più enigmatici del libro della Rivelazione: quello della “donna vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi” e una corona formata da 12 stelle, incinta e inseguita dal drago a sette teste. L’eclissi, infatti, secondo le previsioni apocalittiche riportate da alcuni siti web, si verificherà durante un altrettanto particolare evento astronomico. Il 20 novembre scorso il Giove avrebbe iniziato a transitare all’interno della costellazione della Vergine, all’altezza del suo grembo, dalla quale dovrebbe uscire il 23 settembre 2017, cioè a nove mesi e mezzo di distanza, all’incirca il periodo di gestazione di una donna. In quel momento la Vergine dovrebbe essere posizionata in modo da avere il sole alle sue spalle e la luna in basso.
E la corona a 12 stelle? Sarebbe formata dai 9 astri che disegnano la costellazione del Leone, con l’aggiunta di Marte, Venere e Mercurio. Manca solo il drago a sette teste, che, sostengono, potrebbe consistere nell’improvvisa apparizione di Nibiru, conosciuto anche come pianeta X. Si tratta di un leggendario corpo celeste descritto per la prima volta dallo scrittore Zecharia Sitchin in base all’interpretazione di alcuni testi sumeri disconosciuta dalla comunità scientifica. E che ben presto ha attratto l’attenzione di ufologi e cospirazionisti. Per farla breve: al momento non esiste uno straccio di prova dell’esistenza di Nibiru, che, pertanto, può essere paragonabile a grifoni, unicorni e altre figure mitologiche.
Oltre alle coincidenze, secondo i sostenitori di questa teoria, ci sarebbero altri elementi a suffragio dell’Apocalisse imminente. Il primo è legato all’anniversario della fondazione dello Stato d’Israele, avvenuta nel 1947. Settant’anni, infatti, rappresentano il completamento di una generazione biblica. A ciò andrebbe associata anche la profezia del rabbino Judah Ben Samuel, vissuto nel XII secolo, che avrebbe fissato proprio nel 2017 la fine del mondo.
Il secondo è, invece, collegato a una ricorrenza solenne per il cattolicesimo: il centenario delle apparizioni di Nostra Signora di Fatima. L’ultima, quella in cui i fedeli assistettero al “miracolo del sole danzante”, avvenne il 13 ottobre 1917. L’anniversario dell’evento cadrà dunque appena tre settimane dopo l’uscita di Giove dalla costellazione della Vergine. E poiché la “donna vestita di sole” secondo la Chiesa non è altri che la Madonna si tratterebbe di un’ulteriore segnale della fine del mondo.
Come detto non è la prima volta che eventi celesti e interpretazioni ardite del testo biblico o di antichi manoscritti vengono incrociati per cercare di individuare la data in cui avrà inizio l’Armageddon. Tornano alla mente i casi del 2000 e del 2012. Il passaggio dal vecchio al nuovo millennio venne preceduto da predizioni di ogni tipo: dall’olocausto nucleare all’avvento dell’Anticristo, sino al Millennum bug, il paventato blackout dei sistemi informatici che avrebbe dovuto riportarci all’età della pietra e invece ebbe effetti molto limitati. Il caso della temuta Apocalisse Maya è più recente: il 21 dicembre del 2012, secondo il calendario coniato dalla civiltà precolombiana, doveva coincidere con l’inizio di una nuova era. Predizione che da molti fu associata alla fine dei tempi, anche in virtù di un raro (ma già verificatosi) allineamento planetario. Risultato: il 22 dicembre la Terra era ancora al suo posto. Niente alieni, nessuna inversione dei poli e neanche la traccia di un meteorite caduto, giusto per citare alcune delle tesi più battute. L’ultima, presunta, fine del mondo scampata è quella del 29 luglio, profetizzata da un portale americano specializzato sull’argomento. In poco tempo si sarebbero dovute verificare catastrofi naturali di ogni sorta (compreso il collasso dell’atmosfera) per aprire il campo alla battaglia finale tra il bene e il male.
Porsi domande sul destino che ci aspetta fa parte della nostra indole. A volte, però, la risposta giusta può essere facilmente rinvenuta nelle Scritture, senza addentrarsi nell’ermeneutica di passi enigmatici e simbolismi. Nel Vangelo di Matteo, Gesù dopo aver elencato alcuni segni premonitori della “fine”, rivolge ai discepoli un invito: “Vegliate, perché non sapete il giorno in cui il Signore vostro verrà”. In un altro passo dello stesso testo sacro ripete la stessa esortazione: “Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora“. Per chi crede, dunque, non è importante conoscere il momento esatto in cui l’esperienza di questo mondo cesserà di esistere. Fondamentale è, invece, non farsi cogliere di sorpresa.