I NOSTRI SOCIAL

17.9 C
Cittร  del Vaticano
La voce degli ultimi
martedรฌ Marzo 11 2025

La nuova guerra per il petrolio

Logo Interris - La nuova guerra per il petrolio
Logo INTERRIS in sostituzione per l'articolo: La nuova guerra per il petrolio

gianolaQualcuno ricorda le previsioni sul prezzo del petrolio a 200 usd/barile? Bene, qualche anno fa erano piuttosto comuni fra gli operatori, quando nel 2008 aveva toccato il prezzo massimo di 147.25 usd/barile, ma, oggi, sono state smentite dallโ€™andamento dei mercati. Il 20 agosto il Crude Oil ha toccato i suoi minimi da quasi dieci anni, chiudendo a meno di 41 usd/barile nonostante il continuo aumento della domanda relativa e le previsioni a breve termine continuano a spingere su un trend ribassista.

Sembra incredibile che, nel giro di pochi anni, si sia potuta registrare unโ€™inversione di tendenza di queste dimensioni: ma a cosa รจ dovuto? Diciamo che, tra il 1970 ed oggi, numerosi nuovi produttori di greggio si sono aggiunti agli storici membri dellโ€™Opec: si sono aperti via via i mercati del nord Europa, del Sud America, della Russia portando lโ€™offerta di petrolio a crescere costantemente, unitamente alla domanda.

Quarantโ€™anni fa si ipotizzava, infatti, il termine delle riserve mondiali entro la fine del XX secolo, invece, oggi, a cinque lustri di distanza dalla dead line, la possibilitร  di estrarre petrolio sembrerebbe quasi infinita, anche per merito delle nuove tecnologie; ma non dappertutto il prezzo di estrazione รจ identico.

Proprio su questo fatto, probabilmente, รจ iniziato il trend ribassista. Lโ€™apertura di nuovi giacimenti rende piรน conveniente il rifornimento verso zone con una stabilitร  politica maggiore, come il mare del nord, le piattaforme al largo del Corno dโ€™Africa e gli Usa stessi che, con la rivoluzione dello shaleoil, hanno potuto cominciare lโ€™estrazione anche da giacimenti prima non economicamente utilizzabili. Questo ha portato a una pressione maggiore sui principali produttori e su quei paesi, come la Russia, che vedono la propria economia basata soprattutto sullโ€™estrazione e lโ€™export di idrocarburi.

Non รจ un caso che lโ€™inizio del crollo dei prezzi sia iniziato con le sanzioni imposte alla Russia, probabilmente per sfiancare il colosso guidato da Vladimir Putin ma che, cogliendo la palla al balzo, la cosa abbia presentato unโ€™occasione per lโ€™OPEC di eliminare qualche concorrente di troppo. Lโ€™Arabia Saudita, infatti, ha aumentato la produzione e inondato i mercati del suo petrolio sfruttando un costo di estrazione piuttosto basso, si parla di 5/6 usd/barile, per cercare di bloccare anche lโ€™estrazione dai nuovi pozzi americani che, inizialmente, indicavano come limite minimo di convenienza alla produzione il prezzo di 60 usd/barile.

La tecnologia, perรฒ, non รจ statica, cosรฌ come i prezzi di produzione che possono contare su economie di scala rilevanti una volta che il sistema รจ stato messo in movimento. Oggi le moderne aziende americane stimano che il nuovo supporto minimo possibile da raggiungere come prezzo del greggio prima di bloccare lโ€™estrazione mediante le tecniche di fracking sia intorno ai 20/25 usd/barile cosรฌ come Gazprom, il principale produttore russo, indica la sua convenienza ad operare fino ai 30 usd/barile prima di vedere i profitti azzerati.

Si aprono nuovi orizzonti, quindi, sulle possibilitร  di discesa del prezzo, anche se difficilmente rivedremo i circa 10 usd/barile degli anni โ€™90, proprio per questa โ€œguerra dei prezziโ€ che si รจ innescata in questi ultimi mesi. Se 140 usd/barile erano sicuramente esagerati bisogna ricordare che a novembre dello scorso anno il prezzo si aggirava ancora intorno ai 70 usd/barile e, ora, sembra avviato al dimezzamento di questa quota; molti player globali, cosรฌ, rischiano di uscire di scena, come il Venezuela che รจ sullโ€™orlo del default poichรฉ le politiche economiche del regime socialista voluto prima dal defunto Chavรฉz , ora, dal successore Maduro contavano su un prezzo che sarebbe cresciuto fin oltre i 180 usd/barile, mentre i produttori con un sistema estrattivo piรน efficiente si avviano ad aumentare ancora lโ€™offerta cercando di sfruttare questo livello decrescente di prezzi per ottenere dei posizionamenti commerciali e politici ben maggiori.

Tempo fa, in un articolo su The Fielder scrivevo che โ€œil petrolio conviene acquistarlo sul mercato piuttosto che conquistarlo con le armiโ€, parimenti la guerra conviene condurla a livello commerciale, con i prezzi, piuttosto che con le armi; i rischi sono minori e le possibilitร  di guadagni molto superiori nel medio/lungo periodoโ€ฆ Questo almeno finchรฉ la corda, ormai sempre piรน tesa, non si spezzasse e, allora, gli scenari cambierebbero in maniera repentina e non ipotizzabile.

ARTICOLI CORRELATI

AUTORE

ARTICOLI DI ALTRI AUTORI

Ricevi sempre le ultime notizie

Ricevi comodamente e senza costi tutte le ultime notizie direttamente nella tua casella email.

Stay Connected

Seguici sui nostri social !

Scrivi a In Terris

Per inviare un messaggio al direttore o scrivere un tuo articolo:

Decimo Anniversario