Matteo Renzi può sorridere: l’Italicum incassa la prima fiducia dalla Camera con 352 sì e 207 no. Come di consueto il premier si è affidato a Twitter per commentare l’esito della consultazione di Montecitorio. “Grazie di cuore ai deputati che hanno votato la prima fiducia – La strada è ancora lunga, ma questa è la volta buona”.
Decisiva per la tenuta della maggioranza è stata la scelta di votare sì compiuta da alcuni rappresentanti di Area Riformista. Per motivare la propria scelta i parlamentari dem hanno deciso di pubblicare un documento nel quale, pur contestando la decisione di ricorrere al voto di fiducia sulla legge elettorale, hanno spiegato: “Se non ci fossero i numeri il Governo cadrebbe, con tutte le conseguenze del caso. E cadrebbe sulla legge elettorale. Tutti riconoscono che la legge elettorale uscita dal Senato sia molto migliore di quella votata dal PD nel primo passaggio alla Camera. E se è migliore – prosegue la nota – è grazie alle modifiche significative frutto soprattutto del lavoro di Area Riformista e del dialogo dentro il PD. Un risultato che abbiamo il dovere di rivendicare con forza anche se non condividiamo il numero eccessivo di eletti bloccati. L’abbiamo detto, scritto e lo confermiamo. Ma questi motivi sono sufficienti per far cadere un Governo, il nostro Governo, e per di piu’ in questa fase delicatissima per l’Italia? Noi di Area Riformista che abbiamo deciso di votare la fiducia crediamo di no. Per questo la votiamo”.
La legge elettorale è una delle riforme cardine dell’esecutivo guidato dall’ex sindaco di Firenze. Il primo a chiedere un tempestivo intervento in materia è stato l’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ad esso ha legato il suo secondo mandato.
Renzi, appena giunto a palazzo Chigi, ha preso l’impegno di portare a compimento la riforma, visto anche l’intervento della Consulta che aveva dichiarato parzialmente incostituzionale il Porcellum (cioè la legge Calderoli). Il primo passo compiuto in questa direzione è stato il patto del Nazareno con Silvio Berlusconi e Forza Italia, fortemente voluto da Napolitano. L’accordo prevedeva l’appoggio esterno del partito azzurro su Italicum e riforma della Costituzione. Ma il naufragio dell’asse con l’ex premier, a seguito dell’elezione di Mattarella a capo dello Stato, ha indebolito il consenso attorno alla legge.