Mani in tasca, pantaloni larghi, cappuccio in testa e un microfono. Nelle casse rimbomba il ritmo drum and bass che fa da sottofondo alle rime del rapper. Le parole si susseguono una dopo l’altra, il linguaggio è quello fluido dei giovani di oggi, l’atteggiamento è di ribellione, tipico del panorama hip pop ma il messaggio delle canzoni è tutto fuorché ostile. Nei testi mixati dal Dj c’è spazio per la contestazione ma in una versione alternativa: la Bibbia, la preghiera, l’invocazione allo Spirito Santo diventano i temi scottanti delle sue canzoni, la protesta non manca e arriva come uno schiaffo a chi la vita la butta via ingannato dalle proposte di una società sempre più ontologicamente morta.
“La mia infanzia – racconta il Dj Luca Maffi a Interris – non è stata delle più felici, i miei genitori si separarono quando avevo 6 anni, così sono andato a vivere coi nonni. Nessuno mi ha mai fatto mancare nulla, ma fondamentalmente oggi penso mi mancasse una famiglia vera. La mia vita è proseguita comunque tranquillamente come ogni bambino, fino all’età di 11 anni, quando ho subito una violenza sessuale da parte di un laico consacrato; da qui è partito l’allontanamento da tutto ciò che è Chiesa, da tutto ciò che è Dio. Iniziò un inferno, mi chiusi in me stesso e arrivai a pensare che tutto quello che era successo fosse accaduto per colpa mia.” Così inizia a raccontare la sua storia, senza filtri, con la consapevolezza di chi si è lasciato guarire trasformando le sue ferite in segni di speranza.
All’età di 14 anni decide di resettare la sua vita, è alla ricerca di qualcosa che lo faccia sentire libero e lungo il suo cammino incontra il mondo della musica, il rap. Questo stile gli permette di esprimere la rabbia e l’odio che portava dentro. Comincia a collaborare con molti artisti, impara a fare il Dj e a produrre brani. Lentamente inizia la sua scalata verso il successo, “finalmente – dice – mi sento qualcuno”. Luca è diventato famoso, gli amici lo acclamano, le discoteche diventano il suo luogo di culto: “Salivo in consolle e lì mi sentivo un dio. Decidevo i tempi, portavo le persone al punto che diventassero ritmo, ritmo frenetico da poter controllare. Riempivo la pista, i ragazzi mi incitavano e io avevo il pieno controllo della situazione e di me stesso.”
Con un paio di cuffie nell’orecchie Luca si isola dal mondo e da quei problemi che continuavano a graffiare la sua anima, indossa una maschera e la sofferenza trova momentaneo sollievo. “Ricordo una ragazza che mi disse: ‘Fortuna che qui mi diverto, quando vado a casa sono triste, qui invece 2 canne, una birra e tu con il tuo suono, mi sento libera’, se ci penso oggi mi vengono i brividi! però a me quella vita piaceva. Mi illudevo di stare bene.” Poi all’improvviso un incontro ha cambiato la sua vita. Si trova per caso ad entrare in una piccola chiesa nel centro di Brescia dove un gruppo di preghiera stava animando l’adorazione: “Lì ho gridato tutta la mia rabbia a Dio e proprio lì è nata la mia storia di conversione”. E’ stato l’inizio di una relazione vera con il Signore, fuori dai canoni di quel perbenismo cattolico ingessato da certi atti religiosi; da quel momento Luca ha sperimentato che Cristo è una persona viva. Poco tempo dopo il Dj di Cremona accetta l’invito di una ragazza a passare un capodanno alternativo, lui che era il re delle serate in discoteca festeggia l’ultimo dell’anno nella casa di spiritualità Paolo VI tra preghiera e fraternità.
E’ qui che il rapper lancia un ultimo affronto a quel Dio che aveva iniziato a conoscere. Con un gesto provocatorio Luca si avvicina al Tabernacolo all’interno della cappellina posa il naso sull’ostia consacrata e dice: “Ti do un mese di tempo, io voglio sapere cosa Tu vuoi dalla mia vita”. Trenta giorni dopo incontra quella che oggi è sua moglie. E’ stato un primo segno e da quel momento ha smesso di “sfidare” Gesù. “Dall’incontro con Cristo, il mio Dio e il mio Signore, è nato il nuovo Luca, e il progetto RapGesùCristico. Voglio donare un messaggio ai giovani che incontrerò: Innamoratevi di Cristo! Riscoprite l’amore di Dio per ciascuno di voi! Non dobbiamo aver paura di un Padre buono. E’ la sfida dei nostri tempi. Abbandoniamo tutte quelle false verità: la droga, un’idea e una pratica perversa del sesso, la moda, la Tv, la ricerca del successo, la politica estremista e tutto ciò che infanga la nostra vita, e, come sabbie mobili, ci risucchia nelle viscere della perversione, del male, e ci conduce a satana. L’unica via vera è Gesù, abbiate il coraggio di incontrarlo, di lasciarvi coccolare e corteggiare per innamorarvi e dire il vostro Sì! Sono certo che Lui non tarderà un secondo di più, riempiendoci d’amore, guarendo le nostre ferite, e non ci lascerà mai soli.”