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GLI ANGELI DEL SOCCORSO

Sono ore di dolore. Oltre 280 morti, nel terremoto che ha scosso il Centro Italia, tre giorni fa, distruggendo paesini che avevano meno di un centinaio di abitanti, e il numero delle vittime aumenta minuto per minuto, mentre oltre 2400 sono rimasti senza casa. Sono ore di tristezza, di ansia, di paura. Ed è tempo, per qualcuno, di rimorsi e di rimpianti, per ciò che si sarebbe dovuto fare per prevenire la tragedia. Se il terremoto non era evitabile, i danni fino alla perdita della vita, quelli sì, sarebbero stati evitabili attraverso il controllo e la messa in sicurezza degli edifici e tecniche efficienti di costruzione dei nuovi fabbricati.

Ma sono anche ore d’amore e di coraggio, che brillano di abbracci umanitari, di solidarietà fraterna, di aiuto autentico, nelle quali, ai demoni cattivi dell’inefficienza, della corruzione e dell’ingordigia, che sono i veri attori del recente disastro nel Lazio, nelle Marche e nell’Umbria, solo apparentemente naturale, si contrappongono gli angeli del soccorso e del bene, le migliaia di persone impegnate con straordinario e allo stesso tempo ordinario eroismo nelle operazioni di ricerca e di recupero dei fratelli e delle sorelle in umanità rimasti sepolti, vivi o senza più respiro, sotto le macerie del terremoto, che nella notte di mercoledi 24 agosto è arrivato improvviso a sconvolgere Amatrice, Accumuli e Pescara del Tronto, l’Italia tutta.

Sono i vigili del fuoco, i militari del’Esercito e dell’Aeronautica, gli operatori della Protezione civile, i volontari della Croce Rossa e del Soccorso Alpino, e non solo. Oltre 5400 persone, tra cui molti cittadini comuni, parenti di sangue o della famiglia umana, anche “stranieri, che non avevano mai vissuto gli effetti di un terremoto”, accorsi a donarsi senza risparmio, con eroismo di cuore e di fatica, ai limiti del martirio d’amore. Tra loro anche sei vigili del fuoco dello Stato più piccolo al mondo, la Citta del Vaticano, mandati da Papa Francesco per fare sentire l’abbraccio della Chiesa agli amatriciani, i più colpiti.

Sul web gira un video in queste ore, con il titolo appunto “Gli angeli del soccorso. In sole 16 ore ha ottenuto oltre 350mila visualizzazioni e più di 11mila “mi piace”. È un doveroso riconoscimento a chi cammina “in cima a cumuli di macerie” per portare la luce della speranza, la forza della comunione fraterna, la gioia del non essere soli e abbandonati al buio dei rottami di edifici crollati e di vite ferite. “Si calano giù dall’elicottero”, “si arrampicano su edifici spezzati”, “spostano rovine in cerca di persone ancora in vita”, “scavano a mani nude”, dice il testo. Le loro mani sono le mani di Dio che s’intrecciano a quelle di chi è colpito dalle calamità naturali o da eventi traumatici esistenziali ed è tentato dalla disperazione o perfino di scagliarsi contro un Cielo che appare troppo lontano e indifferente. Grazie a loro, a questi angeli umani, umanissimi, si comprende il significato autentico dell’espressione biblica: “Dio creò l’uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò”. Il loro volto è il volto di Dio, il loro sorriso è il sorriso di Dio, la loro forza è la forza di Dio, il loro respiro affannato è il soffio d’amore del Padre, la loro ombra sulle macerie è il tocco gentile del Cielo sulla Terra scossa dal dolore.

Sono, questi eroi del quotidiano, l’orgoglio e il vanto di una umanità troppo spesso umiliata da ominicchi e quaquaraqua che agiscono soltanto per soddisfare interessi personalissimi, scialacquando il patrimonio spirituale che centinaia di migliaia di secoli di vita terrena avrebbero dovuto rendere ricco e solido. Ai dilapidatori di umanità in stili di vita egoistici, individualistici e materialistici, si contrappongono pacificamente, con l’energia eccezionale della testimonianza, gli angeli del soccorso, coloro che operano nel silenzio per dare la risposta di Dio, concreta, ai lamenti dolorosi degli esseri umani.

Il loro servizio d’amore è uno schiaffo poderoso al torpore indolente di chi vive nell’apatia esistenziale, spesso mascherata di frenetico dinamismo, lasciandosi consumare nell’anima dal trascorrere inutile del tempo negli affari perlopiù vacui del mondo. Il sudore dolente e amorevole di questi angeli che profuma di essenza di umanità scorre fino all’anima di tutti noi, infiltrandosi nelle pieghe tra gli egoismi delle nostre esistenze per raggiungere il punto profondo, impolverato e coperto dai detriti dei comodismi e degli opportunismi del quotidiano. Le immagini di un breve video, poche tra milioni di immagini che invadono secondo per secondo la nostra coscienza confondendola, s’imprimono con forza nel cuore, mentre la gradevole musica del filmato fa da sottofondo al boato fragoroso di una silenziosa domanda: “Cosa faccio io, per gli altri?”. Così, in un miracolo d’amore, l’urlo ancestrale che si ripete dall’alba della storia umana lì dove accade il male: “Dov’è Dio?”, si trasforma nella domanda, più giusta e mite: “Io, dove sono?”. Angeli o demoni siamo noi, esseri umani, sulla Terra. Sta a noi scegliere da che parte stare, scavando a mani nude nella nostra coscienza.

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