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DEPRESSIONE, IL KILLER SILENZIOSO

Oltre 300 milioni di persone al mondo soffrono di depressione. Una malattia silenziosa, che logora interiormente, portando all’auto emarginazione o, nei casi più gravi, al suicidio. A questa patologia l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dedicato l’edizione 2017 del World Health Day, che si svolgerà il prossimo 7 aprile.

Un male diffuso

L’allarme non è ingiustificato poiché la depressione ha un’incidenza maggiore di quanto si possa pensare. I dati che fornisce la stessa Oms sono molto preoccupanti: i malati sono circa 322 milioni (pari al 4,4% dell’intera popolazione del globo). La patologia ha causato quasi 800 mila suicidi nel 2015, una percentuale aumentata del 20% negli ultimi 10 anni. Colpisce maggiormente le donne: 5,1% a livello mondiale, contro il 3,6% degli uomini e costituisce la seconda causa di morte tra i giovani nell’età fra 15 e 29 anni. Si tratta, quindi, in modo inequivocabile, di dati inquietanti e inaccettabili cui occorre rimediare con decisione e con estrema urgenza. La materia è molto vasta e ancora in fase di studio, per le numerose e pesanti ripercussioni a livello mentale e fisico che può recare; conosciuta sin nell’antichità, in grado di colpire chiunque, non permette, al momento, non è certo quali siano le cause insorgenti.

Consapevolezza

Negli ultimi anni c’è stata una graduale “accettazione” del male, accompagnata da una minore riluttanza nell’affrontarlo. Questa evoluzione in positivo ha riguardato sia i malati, sia l’ambiente medico, sia la collettività divenuta più sensibile e comprensiva, limitando quella tendenza all’emarginazione che tanto può influire sulla patologia. Le stime riguardanti la diffusione e l’intensità potrebbero ancora essere minate, infatti, da una minore apertura verso la dichiarazione del disagio.

Parlarne è la prima cura

Lo slogan che accompagna l’edizione 2017 del world health day è “Depressione: parliamone”. L’Oms, infatti, vuole sollecitare il dialogo e l’apertura degli stessi soggetti coinvolti o in fase di approccio affinché possano essere abbattute tutte le barriere mentali e i pregiudizi che inibiscono la cura e la richiesta di assistenza. Il chiedere aiuto non deve essere, appunto, considerato un atto di cui vergognarsi. Le chiacchiere e le polemiche ascoltate per anni, riguardanti il fenomeno, devono cedere il passo al vero dialogo e alla comunicazione preventiva.

Casi

Il sito europeo dell’Oms cita anche degli esempi positivi per dimostrare come si possa contrastare questa malattia. Riferisce di una campagna avviata nel 2008 in Inghilterra, attraverso il Servizio sanitario Nazionale, denominata “Migliorare l’accesso alle terapie psicologiche”, che ha interessato un milione di cittadini. Dopo 4 anni, ben 680 mila persone hanno concluso integralmente il ciclo di trattamento e, di queste, si è recuperata una percentuale al di sopra del 45%, rispecchiando le ottimistiche previsioni di partenza.

La battaglia si può vincere

L’Oms sostiene da sempre che debellare questa malattia è possibile e ribadisce la necessità di lavorare in questa direzione. La data del 7 aprile, di conseguenza, deve costituire un’occasione unica per sensibilizzare le istituzioni, i media e i cittadini verso questa patologia psicologica così rilevante (spesso minimizzata o trattata in modo confuso, parziale e frammentato), offrendo il materiale informativo necessario e a largo spettro. Anche per la depressione, i veri nemici sono costituiti dall’indifferenza, dalla sottovalutazione e dal silenzio.

L’evento

La Giornata mondiale della salute si celebra il 7 aprile di ogni anno. La data scelta non è casuale poiché l’Oms – con sede a Ginevra e con 193 Stati membri – ha iniziato i suoi lavori il 7 aprile del 1948. L’obiettivo dell’agenzia Onu è quello di promuovere il miglioramento della salute, in senso fisico e mentale, di tutta la popolazione mondiale. Nel 2016 l’evento è stato dedicato al diabete, nel 2015 alla sicurezza alimentare.

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