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giovedรฌ 26 Dicembre 2024

25 APRILE, STRAGE DI PRETI DIMENTICATA

Vogliamo uscire dal silenzio di chi vorrebbe dimenticare alcune parti della Storia, andare oltre  il fastidio che in troppi hanno nel ricordare certi eventi. Raccontare che ci furono persone nella societร  di quei tempi che cercarono di influenzare positivamente il clima di terrore che una guerra porta inevitabilmente con sรฉ, tentarono di salvare vite umane senza badare a divise o politica, inseguirono il bene senza fare il male: sono i sacerdoti. Per questa loro โ€œcolpaโ€ furono condannati a morte, seviziati, trucidati, oggetto di indicibili torture. Martiri, nella piรน totale solitudine, a volte abbandonati anche dalle gerarchie ecclesiali che a loro volta erano in grandi difficoltร .

Senza nulla togliere allโ€™importanza che ha avuto il movimento di liberazione, bisogna avere il coraggio anche di raccontare le storie, quelle dei singoli, spesso travolti dagli eventi; vicende di esecuzioni sommarie, di assenza di legalitร , di estremismi deviati, comprensibili magari per il contesto in cui si sono creati, mai giustificabili. Episodi colpevolmente nascosti, e soprattutto innegabili.

Come quello del parroco di Crocette, una frazione di circa un migliaio di anime, a pochi chilometri da Pavullo, nel Modenese. Don Luigi Lenzini fu prelevato con la forza dalla canonica e portato in un campo a calci e spinte. Poi fu seviziato, gli cavarono gli occhi e lo seppellirono, dopo averlo strangolato. Nella vigna si intravedeva una testa che emergeva dal terriccio smosso;  solo qualche giorno dopo qualcuno se ne accorse, e persone pietose gli diedero sepoltura.

Don Giuseppe Preci invece, 62 anni, abitava a Montalto di Zocca, sempre nel Modenese.  Lo vennero a svegliare di notte; era il 24 maggio 1945, e gli chiesero di andare da un ammalato. Si vestรฌ e andรฒ in chiesa a prendere i Sacramenti, il Viatico e lโ€™Olio santo. Uscito sul sagrato, le due persone che lo avevano chiamato lo pregarono di fare presto. Gli chiesero di andare piรน avanti. Il sacerdote ubbidรฌ, ma una scarica di mitra lo fulminรฒ.

Le esecuzioni avvenivano tutte con lโ€™inganno. Il clichรฉ era quasi sempre lo stesso: si chiamava il prete fuori dalla canonica per invitarlo a dare assistenza a un morente. Solo dopo il sacerdote scopriva che il โ€œmorenteโ€ era lui stesso, destinato a unโ€™esecuzione sommaria.

La maggior parte di questi episodi accadde nel cosiddetto triangolo della morte, o triangolo rosso: unโ€™area del nord Italia, definita tra lโ€™Emilia e la Romagna, dove tra il settembre del 1943 e il 1949, si registrรฒ un numero particolarmente elevato di uccisioni (oltre le 12.000) a sfondo politico, attribuite appunto a partigiani e a militanti di formazioni di matrice comunista.

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Rolando Rivi

Di quei circa 130 martiri in abito talare, una novantina hanno un nome e un cognome; di loro, grazie al lavoro di ricostruzione fatto da un sito dedicato a Rolando Rivi, un seminarista giovanissimo massacrato dai combattenti rossi, si sono ricostruiti anche gli ultimi istanti di vita e le modalitร  di uccisione. Rolando abitava a Piane di Monchio (Reggio Emilia); aveva appena quattordici anni quando fu prelevato la mattina del 10 aprile 1945 da una squadra di partigiani comunisti e assassinato due giorni dopo.

Nei mesi che precedettero e seguirono la liberazione, molti sacerdoti pagarono con la vita lโ€™assurditร  di una situazione dove lโ€™odio si accompagnava al tradimento e lโ€™omertร  alla paura. Il 25 aprile, dunque, celebrazione della liberazione e della Resistenza, oltre a commemorare i martiri del nazifascismo non puรฒ dimenticare questo altro massacro, proseguito ben oltre la fine della guerra: la strage di preti.

Omicidi per lo piรน impuniti, seppelliti sotto una coltre di diffamazioni prima e di oblio poi. Religiosi ammazzati perchรฉ  troppo vicini (o considerati tali) al fascismo, oppure troppo lontani โ€“ ed รจ questo il vulnus piรน grave โ€“ dal comunismo.

Lโ€™Italia ha vissuto una guerra civile dove una parte dei comunisti non combattevano solo contro tedeschi e nazifascisti, ma anche contro i compatrioti antifascisti, se questi si opponevano alle loro pretese egemoniche e rivoluzionarie. Se da un lato la generalizzazione rispetto ai โ€œcomunistiโ€ puรฒ forviare da ciรฒ che รจ accaduto, facendo alzare barriere ideologiche, dallโ€™altra le esecuzioni sono un fatto accertato. Uno schiaffo alla veritร  storica in nome di una propaganda mai superata.

Oggi assistiamo a nuove forme di repressione contro i religiosi che testimoniano con la loro vita di sacrificio e disponibilitร  verso gli altri la fede in Cristo, aiutano il prossimo, si mettono a rischio lร  dove la guerra diventa spietata. Cambiano i tempi ma certe logiche persecutorie non mutano. Lโ€™odio รจ sempre lo stesso.

 

 

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