Papa Francesco ama spiazzare lāuditorio. Lo ha fatto in tante occasioni, il piĆ¹ delle volte durante i suoi voli in aereo, talvolta dal pulpito. E proprio durante una predica a Santa Marta, poco tempo fa, la sua ironia ha scatenato un inseguirsi di commenti,Ā considerazioni, analisiā¦ āSe domani venisse una spedizione di marziani, per esempio ā ha detto Francesco ā e alcuni di loro venissero da noi, eccoā¦ marziani, no? Verdi, con quel naso lungo e le orecchie grandi, come vengono dipinti dai bambiniā¦ E uno dicesse: āIo voglio il battesimo! ā Cosa accadrebbe? Chi siamo noi per chiudere le porte?” Nellāamministrare i sacramenti ā ai divorziati, ai figli di coppie gay e persino agli alieni ā la Chiesa deve essere coraggiosa e accogliente.
Un tema ā quello della vita nello spazio ā storicamente al centro del dibattito sullāunicitĆ dellāuomo e che ĆØ ritornato dāattualitĆ dopo lāannuncio del pensionamento del telescopio Hubble in attesa di far diventare operativo il James Webb Space Telescope, il cui lancio in orbita ĆØ previsto per il 2018.
Il Santo Padre nel dire quella frase in realtĆ non stava dissertando sugli alieni in senso proprio, ma sullāapertura che la Chiesa deve avere nei confronti di ciĆ² che ĆØ considerato diverso, estraneo. Di contro perĆ² ā come ha detto Pablo Ayo, ricercatore e docente di informatica ā risulta difficile pensare che il Pontefice dica frasi a casaccio. E dāaltronde, non ĆØ un caso che il Vaticano sia proprietario del Vatt (Vatican Advanced Technology Telescope), che dallāArizona, sopra il monte Graham, scruta costantemente lo spazio sia in gamma ottica che infrarossa. Uno dei piĆ¹ grandi telescopi al mondo, gemello minore ā dicono alcune indiscrezioni mai confermate ufficialmente ā di un altro ancora piĆ¹ potente e segreto, costantemente a caccia di pianeti simili alla Terra.
Certo ĆØ che il numero di copie di pianeti simili al nostro, nella galassia di cui facciamo parte, potrebbe essere 50 miliardi. Figuriamoci nellāuniverso intero. Di piĆ¹: questo pensando solo alla vita come noi la conosciamo, cioĆØ a base-carbonio; se ipotizzassimo altre forme di esistenza, la crescita delle probabilitĆ sarebbe inimmaginabile.Ā Appena lo scorso anno la Nasa e la Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti hanno riunito astronomi, filosofi, fisici e teologi per un convegno dal titolo profetico: āPrepararsi alla scopertaā. Assunto dellāincontro non ĆØ capire āseā avremo contatti con altre forme di vita intelligente ma āquandoā.
Anche la Chiesa, in realtĆ , non ĆØ poi cosƬ drasticamente ferma sulle posizioni che nel 1600 mandarono al rogo lāex frate domenicano Giordano Bruno; uno schiaffo a chi vede il Vaticano chiuso a riccio su posizioni immutabili ed eterne.
GiĆ nel 1992 padre George Coyne, allora direttore della Specola vaticana, il centro studi astronomici della santa Sede, annunciĆ² la collaborazione con la Nasa per la ricerca di forme di vita nello spazio. E anche lui parlando di battezzare eventuali extraterrestri disse: āPerchĆ© no? Non sarebbe egocentrismo cosmico pensare che noi uomini siamo gli unici esseri intelligenti dellāuniverso?ā Posizione confermata anche dal suo successore, padre JosĆØ Gabriel Funes, nonchĆ© dallāinsigne astrofisico padre Guy Consolmagno. Tutti religiosi che hanno una cosa in comune con il Papa: sono gesuiti.
Ovviamente nessuno ha ancora la prova dellāesistenza di esseri alieni, ma certo la dottrina cattolica vede in DioĀ il creatore dellāuniverso nel suo complesso, non solo nella minuscola porzione che ĆØ il terzo pianeta che orbita intorno al Sole. Per questo lāatteggiamento non puĆ² che essere quella di unāaccoglienza a braccia aperte. Ogni entitĆ ā ha detto padre Consolmagno ā non importa quanti tentacoli abbia, potrebbe avere unāanima.