«Se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa» «Si sciret pater familĭas qua hora fur venīret, non sinĕret perfŏdi domum suam»
Mercoledì 21 ottobre – XXIX settimana del tempo ordinario
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, 46il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».
Il commento di Massimiliano Zupi
Purtroppo, come confermato da Gesù stesso, non ci è dato sapere in alcun modo quando il ladro verrà a rubare nella nostra casa: non conosciamo l’ora della nostra morte. Tuttavia c’è una prima cosa da notare: noi non siamo padroni della casa; siamo piuttosto servi, o amministratori. Il problema dunque non è non poter prevedere il momento esatto in cui il ladro verrà; v’è piuttosto un errore a monte: noi non siamo proprietari.
Conseguentemente, un ladro non può derubarci proprio di nulla. O meglio, se cerchiamo di diventare padroni, la morte certo ci deruberà di quel poco che avremo accumulato. Saremo allora come quegli amministratori che il padrone al ritorno avrà sorpreso a mangiare, bere ed ubriacarsi: la punizione sarà il nostro stesso aver sbagliato bersaglio e cercare di essere stati quello che non siamo. Qualunque possesso ed accumulo di beni è solo un’illusione: la morte verrà semplicemente a smascherare l’inganno.
Amministratore fidato e prudente è invece colui che compie la volontà del padrone: dare alla sua servitù la razione di cibo a tempo debito. Dare il pane, dare sé stessi, è la volontà del Padre (Gv 10,17-18): chi agisce, così ha già ricevuto il premio, perché già è figlio, con lo Spirito dentro di sé (Rm 8,14-17), con il cuore e la vita stessa del Padre (Lc 6,36). Il Figlio dell’uomo, nell’ora che non conosciamo, verrà: ma allora non sarà un ladro venuto a derubarci di quel poco che avremo avuto l’illusione di accumulare; verrà come Sposo a donarci la vita eterna insieme con lui (Mt 25,10).