Come mai questo tempo non sapete valutarlo?

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«Come mai questo tempo non sapete valutarlo?» «Hoc autem tempus quomŏdo nescītis probāre?»

Venerdì 23 ottobre – XXIX Settimana del tempo ordinario – Lc 12, 54-59

In quel tempo, Gesù diceva alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto? Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo».

Il commento di Massimiliano Zupi

La terra ha bisogno di acqua e di sole per produrre il frutto. Anche la terra, che siamo noi, ha bisogno di sole ed acqua per fruttificare: dove trovare queste due fonti di vita? Riconosciamo la nuvola che sale da ponente e porta pioggia? E lo scirocco che soffia e porta calore? Riconosciamo in questo tempo che viviamo il kairós, le occasioni, i momenti propizi in cui trovare i nutrimenti di cui abbiamo bisogno?

Ogni umiliazione è una nuvola che porta pioggia benefica: perché l’umiltà è lo spazio vuoto che può essere riempito da Dio (Lc 1,47-48). Ogni debolezza è una nube che viene da ponente: perché allora sarà Dio la nostra forza (2 Cor 12,7-10). La povertà è una nube apportatrice di fecondità: perché ci rende capaci di affidarci realmente a Dio e di sperimentarlo come Padre (Mt 6, 32).

Ogni occasione di obbedienza è vento di scirocco che porta calore: è svuotamento di sé (Lc 22,42; Fil 2,7-8) e riempimento dello Spirito di servizio e di cura. Ogni dono di sé è soffio che alimenta il fuoco, la fiamma d’amore che ci tiene in vita, come roveto ardente che brucia senza consumarsi mai (Es 3,2). Sappiamo valutare dunque questi kairói? Quanto facilmente invece cerchiamo nel successo, nella forza e nella ricchezza l’acqua di cui abbiamo bisogno! Senza accorgerci di volgere così le spalle alla sorgente e di scavare solo cisterne screpolate che non possono nemmeno conservare l’acqua che raccolgano (Ger 2,13).

O quanto, similmente, nell’affermazione di sé, nel dominio, nel fare la propria volontà, nel benessere, nella soddisfazione dei propri bisogni, nel farsi servire cerchiamo quel calore e quel fuoco di cui abbiamo bisogno per vivere! Senza accorgerci di scambiare così dei fuochi fatui per il sole.

Massimiliano Zupi: