La voce degli ultimi

mercoledƬ 6 Novembre 2024
13.2 C
CittĆ  del Vaticano

La voce degli ultimi

mercoledƬ 6 Novembre 2024

“Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce”

Ā«Non abbiate dunque pauraĀ»
Ā«NolÄ«te ergo timēreĀ»Ā 

XII Settimana del Tempo Ordinario ā€“ Anno A –Ā Mt 10,26-33

In quel tempo, GesĆ¹ disse ai suoi apostoli: Ā«Non abbiate paura degli uomini, poichĆ© nulla vi ĆØ di nascosto che non sarĆ  svelato nĆ© di segreto che non sarĆ  conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate allā€™orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere lā€™anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella GeĆØnna e lā€™anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrĆ  a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete piĆ¹ di molti passeri! PerciĆ² chiunque mi riconoscerĆ  davanti agli uomini, anchā€™io lo riconoscerĆ² davanti al Padre mio che ĆØ nei cieli; chi invece mi rinnegherĆ  davanti agli uomini, anchā€™io lo rinnegherĆ² davanti al Padre mio che ĆØ nei cieliĀ».

Il commento di Massimiliano Zupi

Ā«Non abbiate pauraĀ», grida tre volte oggi GesĆ¹: allā€™inizio, al centro e alla fine della pericope. Questo imperativo ricorre 365 volte nella Bibbia: Dio non si stanca di ripetercelo, una volta al giorno. In effetti, ĆØ la prima parola pronunciata da Adamo: Ā«Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perchĆ© sono nudo, e mi sono nascostoĀ» (Gn 3,11). La paura ĆØ suscitata dalla propria nuditĆ : dal non sentirsi graditi, riconosciuti dagli altri; al contrario, dal percepirsi giudicati e condannati, rifiutati e rinnegati. La paura ĆØ tuttā€™uno con il sentimento di solitudine radicale che attanaglia ogni uomo: Ā«Non ĆØ bene che lā€™uomo sia soloĀ» (Gn 2,18). La solitudine infine ĆØ essenzialmente unā€™anticipazione della morte: nella morte infatti siamo radicalmente da soli, si muore da soli; nessuno piĆ¹ ci riconoscerĆ , semplicemente perchĆ© non saremo piĆ¹.

Ecco allora la buona novella, che giustifica quel Ā«non abbiate pauraĀ»: alla fine non cā€™ĆØ il nulla, ma la presenza di un Padre che si prende cura di noi; non la solitudine, ma la consolazione di un Dio-con-noi-per-sempre. Un lieto annuncio simile, tuttavia, ĆØ solo una voce accanto a tante altre, di segno opposto: voci che ci suggeriscono che altri sono i modi per vincere la solitudine e la paura, ovvero lā€™apparire, lā€™avere ed il potere. Da una parte, una parola sussurrata allā€™orecchio, nellā€™intimitĆ  del cuore. Dallā€™altra, un proclama gridato nelle piazze ed illuminato dai riflettori. Ma il primo ĆØ come un seme di senape (Mt 13,31-32): piccolo e non appariscente, ha bisogno del nascondimento sotto terra e di una lunga gestazione per mettere radici e spuntare; di piĆ¹, ha bisogno di morire per trasformarsi in pianta (Gv 12,24); ma poi diventa lā€™albero piĆ¹ grande di tutti, che nulla potrĆ  far cadere e che dĆ  frutti dodici mesi lā€™anno (Ez 47,12; Ap 22,2). Il secondo invece ĆØ una piantina giĆ  cresciuta, in un vasetto: graziosa alla vista, bella nellā€™aspetto, con i fiori; ma poi le sue radici non hanno spazio per crescere: il sole la secca, il vento lā€™abbatte, inesorabile lo scorrere del tempo la uccide. Occorre la sapienza del contadino per discernere tra ciĆ² che esige pazienza, ma porta con sĆ© una promessa di feconditĆ  e di vita (Gc 5,7), e ciĆ² che ha apparenza immediata di bellezza, ma certezza di morte.

ARTICOLI CORRELATI

AUTORE

ARTICOLI DI ALTRI AUTORI

Ricevi sempre le ultime notizie

Ricevi comodamente e senza costi tutte le ultime notizie direttamente nella tua casella email.

Stay Connected

Seguici sui nostri social !

Scrivi a In Terris

Per inviare un messaggio al direttore o scrivere un tuo articolo:

Decimo Anniversario