Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia

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«Annuncerà alle nazioni la giustizia»
«Iudicium gentibus nuntiabit»

XV Settimana del Tempo Ordinario – Mt 12,14-21

In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: Ecco il mio servo, che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia. Non contesterà né griderà né si udrà nelle piazze la sua voce. Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta, finché non abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo nome spereranno le nazioni (Is 42,1-4).

Commento di Massimiliano Zupi

Gesù è lo strumento che Dio si è scelto per annunciare e compiere la giustizia. Giustizia è sinonimo di rettitudine: è cioè fare dritte tutte le cose, fare in modo che ciascuno realizzi sé stesso, fiorisca e porti frutto. Ora, è evidente che la storia, personale e collettiva, è segnata dall’ingiustizia: strade storte ed oblique, lungo le quali si abortisce anziché nascere, ci si perde anziché ritrovarsi. Come fare dunque giustizia di tutta questa ingiustizia? Il nostro istinto ci suggerirebbe di punire i colpevoli: ma chi allora resterebbe impunito? Inoltre in tal modo i puniti sarebbero resi giusti? No, la logica sarebbe piuttosto di spezzare la canna incrinata e spegnere la fiamma fumigante (Is 42,3): la vendetta non crea giustizia, piuttosto elimina gli ingiusti, amplificando l’ingiustizia stessa attraverso l’opera dei giustizieri. La giustizia annunciata da Gesù è un’altra: consiste nel fare il bene (Rm 12,21). E se per questo egli venisse messo a morte, non si difenderebbe né aprirebbe un contraddittorio, ma opererebbe ancora di più il bene (1 Pt 2,22-24). La sua giustizia non è far prevalere i propri diritti, bensì difendere quelli altrui; non affermare sé stesso alzando la voce e cercando l’ammirazione (Is 42,2), ma promuovere il prossimo con un’operosità tanto maggiore quanto più silenziosa e nascosta. E quando infine lo prenderanno e lo arresteranno, proprio allora farà trionfare la giustizia, non condannando nessuno (Gv 3,17), ma donando la propria vita fino alla fine (Gv 3,16; 13,1): giustizia che non farà paura ad alcuno, ma convincerà tutti a desistere dal male e a compiere il bene (1 Pt 3,10-11).

Massimiliano Zupi: