«Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando»
«Vos amīci mei estis, si fecerĭtis, quae ego praecipĭo vobis»
Quinta Settimana di Pasqua – Gv 15,12-17
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
Il commento di Massimiliano Zupi
«Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando». A prima vista suona strana questa affermazione di Gesù: essere considerati suoi amici è possibile a condizione di fare la sua volontà. Ora, proprio questo sarebbe un rapporto di sudditanza e non di amicizia! In effetti, poco più avanti, Gesù stesso distingue tra amici e servi: i servi devono obbedire al loro padrone ed essere a lui sottomessi; gli amici invece condividono un rapporto paritario tra di loro. Ma come sempre l’apparente contraddizione serve piuttosto ad introdurre nel mistero dell’amore, perché l’amore vive di paradossi: è l’esperienza infatti di trovare sé stessi nell’altro, di possedersi donandosi, di essere tanto più autonomi quanto più dipendenti.
«Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi»: è il versetto che fa da inclusione al Vangelo di oggi, lo incornicia all’inizio e alla fine. Questo è ciò che egli ci comanda: di amarci come egli ci ha amati, cioè fino a dare la propria vita per gli altri. In questo modo siamo introdotti nel segreto di Dio: nella conoscenza dell’amore tra Padre e Figlio, esteso anche a noi; diventiamo simili a lui: figli del Padre, fratelli tra di noi. In questo modo abbiamo in noi la vita, e la vita eterna: diventiamo davvero suoi amici. Obbedendo al suo comandamento, facendoci servi per amore, ci apriamo alla libertà dei figli di Dio.