La voce degli ultimi

lunedƬ 4 Novembre 2024
16.9 C
CittĆ  del Vaticano

La voce degli ultimi

lunedƬ 4 Novembre 2024

“Io e il Padre siamo una cosa sola”

Ā«Le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di meĀ»
Ā«Opĕra, quae facÄ­o in nomÄ­ne Patris mei, haec testimonÄ­um perhÄ­bent de meĀ»

Quarta Settimana di Pasqua – Gv 10,22-30

Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. GesĆ¹ camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: Ā«Fino a quando ci terrai nellā€™incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamenteĀ». GesĆ¹ rispose loro: Ā«Ve lā€™ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perchĆ© non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperĆ  dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, ĆØ piĆ¹ grande di tutti e nessuno puĆ² strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa solaĀ».

Il commento di Massimiliano Zupi

PerchĆ© credere in GesĆ¹? Per le sue opere. La fede non ĆØ un affidamento cieco: ĆØ fondata su fatti credibili; su di essi va verificata. La fede non ĆØ una dottrina: credere in determinati articoli; non ĆØ nemmeno una morale: comportarsi in un certo modo; ĆØ piuttosto una relazione dā€™amore con GesĆ¹. Come per ogni rapporto dā€™amore, nella misura in cui ĆØ vivo, i suoi frutti sono la gioia, la pace, la vitalitĆ . Ora, se nel corpo cā€™ĆØ qualcosa che non funziona, ce ne accorgiamo dai sintomi: dolori, febbre, fiacchezza. CosƬ accade anche nella vita spirituale: se cā€™ĆØ tristezza e non gioia, se le ginocchia sono vacillanti e non robuste (Is 35,3), cā€™ĆØ qualcosa che non va. Lā€™incontro con GesĆ¹ ĆØ terapeutico; ĆØ promessa di guarigione dalle nostre infermitĆ : promessa di far camminare noi, paralitici (Gv 5,8), di far vedere noi, ciechi (Gv 9,7), di farci alzare in piedi e servire, noi che siamo immobilizzati a letto con la febbre (Mc 1,31), e cosƬ via. Tutti i miracoli che sono raccontati nei Vangeli, sono quelli che devono realizzarsi nella nostra vita. La vita dietro a GesĆ¹ ĆØ un esodo permanente: un cammino di liberazione dai propri idoli e schiavitĆ¹, dai propri scheletri ed ombre, dalle proprie miopie e durezze di cuore. Il cammino, certo, dura quarantā€™anni (Nm 14,33): lā€™intera esistenza. E si ha sempre lā€™impressione di essere dei principianti: di stare solo allā€™inizio. Tuttavia si tratta di camminare, di cambiare: progressivamente, ma pur sempre di crescere in gioia e libertĆ . E se questo non avviene? Se la vita spirituale ristagna, senza progressi? Vuol dire che si sta sbagliando qualcosa: non ci si nutre abbastanza della Parola di Dio, non si prega abbastanza, non si ĆØ concentrati innanzitutto ad amare; in una parola: non si ĆØ sufficientemente concentrati in GesĆ¹, nella relazione dā€™amore con lui. Al contrario, spendiamo il nostro tempo e i nostri soldi per altri medici (Mc 5, 26): per idoli che inevitabilmente ci fanno diventare come loro, senza vita (Sal 135/134,16-18). Avere fede significa non conformarsi ai desideri del mondo (1 Pt 1,14), che pure sembrano ovvi, perchĆ© di tutti: i desideri di crescere in ricchezze, prestigio sociale e potere. Significa piuttosto sentire la bellezza delle beatitudini vissute e proclamate da GesĆ¹: la bellezza del farsi servi (Gv 13, 17), del prediligere lā€™ultimo posto (Lc 14,10), dello svuotarsi (Fil 2, 6-11). La vita allora ĆØ sempre piĆ¹ orientata alla vita eterna e alla confidenza ed unione con il Padre: e lā€™esistenza diventa lā€™esperienza meravigliosa di verificare in sĆ© stessi le opere compiute da GesĆ¹ anche per noi.

ARTICOLI CORRELATI

AUTORE

ARTICOLI DI ALTRI AUTORI

Ricevi sempre le ultime notizie

Ricevi comodamente e senza costi tutte le ultime notizie direttamente nella tua casella email.

Stay Connected

Seguici sui nostri social !

Scrivi a In Terris

Per inviare un messaggio al direttore o scrivere un tuo articolo:

Decimo Anniversario