«Stavano presso la croce di Gesù» «Stabant autem iuxta crucem Iesu»
Martedì 15 settembre – Memoria della Beata Vergine Maria Addolorata – Gv 19, 25-27
In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Il commento di Massimiliano Zupi
La morte di Gesù non è un lutto né una sconfitta, non è fine né disperazione. Il seme caduto in terra, muore e subito ger-moglia (Gv 12,24). La croce però è ben più della spiga di grano; è l’albero che cresce lungo il fiume, di cui parla Ezechiele nella sua visione (Ez 47,12), citata anche dall’Apocalisse (Ap 22,2): produce frutti tutti i mesi dell’anno e le sue foglie guariscono da ogni malattia; è l’albero di senape descritto nella parabola del regno (Mc 4,32): offre riparo a tutti gli uccelli del cielo. Ecco, presso la croce di Gesù occorre stare: perché è luogo di guarigione e di generazione; lì troviamo consolazione, lì veniamo trasformati di gloria in gloria (2 Cor 3,18).
Presso la croce di Gesù stanno Maria, la madre, Maria di Màgdala, l’adultera perdonata, e Giovanni, il discepolo amato. Sono, rispettivamente, la madre, la sposa ed il figlio. È bello: sotto la croce si radunano e fioriscono tutte le forme di amore. Nella nostra storia, infatti, possiamo sperimentare l’amore in questi tre tipi di relazione: con la madre, che ci dà vita, sperimentiamo l’essere amati, l’amore ricevuto; con i figli, cui diamo vita, sperimentiamo l’amare, l’amore donato; con la sposa, a cui diamo e da cui riceviamo vita, e con la quale soprattutto generiamo vita, sperimentiamo l’amore pericoretico, la reciprocità dell’amare e dell’essere amati.
Manca solo l’amore fraterno, che è quello tra i discepoli, fratelli appunto in quanto figli dell’unico Padre (At 4, 32). Sotto la croce, dunque, fiorisce l’amore in tutta la sua ricchezza, in ogni sua forma: quel corpo offerto totalmente diventa cibo che ci alimenta e ci fa crescere come figli, come fratelli, co-me madri e come sposi. In particolare, troviamo e ci è consegnata Maria, la madre: ella ci è data quale madre, perché, come generò il Figlio, così generi anche noi come figli.