«Sceglievano i primi posti» «Primos accubĭtus eligĕrent»
Sabato 31 ottobre – XXX settimana del tempo ordinario – Lc 14, 1.7-11
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. […] Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cédigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Il commento di Massimiliano Zupi
Gesù, invitato a pranzo di sabato a casa di uno dei capi dei farisei, nota come gli invitati scelgano i primi posti: è evidentemente un atteggiamento diffuso tra gli uomini di ogni tempo, ma quanto più oggi! Nell’antica Grecia, gli dèi dell’Olimpo rappresentavano la proiezione di quel che ogni uomo avrebbe desiderato essere. Gli dèi odierni sono i campioni dello sport, le star dello spettacolo, i plenipotenziari del potere politico ed economico: e siccome sono uomini, e non dèi, a tutti è lecito sognare di poter diventare come loro.
Alla televisione, non si moltiplicano forse i programmi il cui format prevede la competizione tra persone comuni appartenenti ad ogni fascia di età, per decretare chi sia il migliore? Vivere è una corsa per occupare i primi posti: per raggiungere la cresta dell’onda e rimanervi il più a lungo possibile. Purtroppo, è inevitabile però che prima o poi il padrone di casa, il grande fratello, comandi di lasciare i riflettori ad un altro. Non a caso, nei volti delle pubblicità, come nelle vetrine delle farmacie, la promessa è di arrestare il tempo, l’invecchiamento: perché il tempo che passa, ineluttabile, impone altrimenti di cedere il posto. Coerentemente, gli anziani vogliono rimanere giovani e la morte è semplicemente rimossa, tenuta fuori della porta.
Come al solito, Gesù rovescia la logica del mondo: invita a scegliere l’ultimo posto. Perché? Perché chi si umilia, sarà esaltato. Il desiderio di primeggiare non è condannato: è cosa buona e giusta desiderare di essere primi, applauditi e stimati; in fondo, desiderare di essere come Dio (Gn 3,5; Mc 10,37). Il problema è capire quale sia la strada per realizzare questo desiderio. Per il mondo, la via è salire, stare sopra gli altri; per il vangelo, invece, è umiliarsi, scendere, sottomettersi.
Umiltà è non fare paura né ombra a nessuno: è essere piuttosto come il seme, che scompare perché una pianta nasca e germogli (Mc 4,26-32). È la logica dell’amore: diminuire, per far crescere l’amato e crescere nell’amato. È la logica di Gesù: svuotarsi, dare la propria vita, farsi pane per diventare corpo in coloro che ne mangiano, per essere una cosa sola con loro (Gv 17,21). Umiliazione possibile solo a colui che sia libero dall’esigenza di affermarsi, perché riposa nel seno del Padre (Gv 1,18), tranquillo come bimbo svezzato in braccio a sua madre (Sal 131/132,2).