«Chiedete e vi sarà dato» «Petĭte, et dabĭtur vobis»
Giovedì 8 ottobre – XXVII Settimana del Tempo Ordinario – Lc 11,5-13
In quel tempo, Gesù disse ai discepoli: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».
Il commento di Massimiliano Zupi
È vero che l’uomo diventa quel che desidera. Quel che desidera realmente però: cioè quel per cui spende le sue energie ed il suo tempo, ciò verso cui orienta la propria vita. Si possono desiderare tante cose diverse: diventare ricchi, belli, famosi; o anche raggiungere quella determinata posizione professionale, o acquistare quella casa, e così via. Ora, spiega Gesù, desiderare Dio significa voler ricevere lo Spirito Santo: ovvero sentirsi amati, partecipare della reciprocità d’amore tra Padre e Figlio.
Tutti gli uomini sono fatti per desiderare Dio; tuttavia ciò non toglie che la via sia ardua, la porta stretta (Lc 13,24). Ecco allora che, pur desiderando sinceramente di vivere nell’amore di Dio, ci sembra di fallire totalmente: pare di stare davvero nella notte; siamo senza pane, quel pane che pure desideriamo − l’amore di Dio − e di cui abbiamo bisogno ogni giorno (Lc 11,3); bussiamo, ma non ci viene aperto: il nostro amico, il Signore, è lontano, asceso al cielo (At 1,9), tornato nella sua casa. Cosa fare?
È folle pensare che il nostro amico scenda e ci dia il pane di cui abbiamo bisogno. Ma è la stessa pazzia sua, che davvero è sceso dal cielo, si è fatto uomo ed è morto per noi. Per trovare Dio, è necessario assumere la medesima logica folle. Egli si è fatto pane e così ha manifestato la sua potenza e la sua salvezza: se pure noi ci facciamo pane, anche se sembra impossibile, sperimenteremo la sua forza e la sua salvezza. Donando la propria vita, la si acquista (Lc 9,24); obbedendo, si diventa liberi; servendo, 23 si regna (Lc 22,26): se desideriamo questo regno, lo troveremo; se crediamo in esso, ci verrà aperto.