«Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato» «Beātus venter, qui te portāvit, et ubĕra, quae suxisti»
Sabato 10 ottobre – XXVII Settimana del tempo ordinario – Lc 11, 27-28
In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».
Il commento di Massimiliano Zupi
Nelle parole della donna riportate nel Vangelo di oggi, implicitamente Maria viene dichiarata beata per la sua maternità. Ma Gesù non conferma la beatitudine; piuttosto sposta l’attenzione a coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica. In effetti, già Elisabetta, ripiena di Spirito, aveva proclamato beata la cugina più giovane proprio per questo stesso motivo: non perché portasse nel suo utero la carne del Dio fatto uomo, bensì perché aveva ascoltato la parola dell’angelo e aveva creduto al suo adempimento (Lc 1,45). Tuttavia il cristianesimo è una religione della carne; è nella carne di Cristo che si realizza la nostra salvezza: perché allora non confessare Maria beata in quanto madre di Gesù nella carne?
Maria è certamente beata in quanto theotókos: in quanto cioè ha partorito (-tókos) il Dio eterno (theo-). Il problema però è capire cosa abbia reso possibile un simile miracolo. Ebbene, come il suo ventre di donna ha potuto accogliere il Verbo della vita (1 Gv 1,1)? Ascoltando la parola dell’angelo e rispondendo «sì» al suo invito (Lc 1,38). Come il suo seno ha potuto allattare il Dio fattosi bambino? Conservando e custodendo la parola e le azioni di Dio nel suo cuore (Lc 2,19.51). Ecco allora la cosa meravigliosa: la maternità di Maria può estendersi a tutti gli uomini!
Infatti chiunque ascolti ed obbedisca alla parola di Dio, accoglie in sé Cristo. E chi rumini e faccia crescere in sé quella parola, nel silenzio e nella fedeltà (Is 30,15), fa crescere Cristo in sé stesso. In Maria la Parola si è fatta carne: ma anche in chiunque ascolti e custodisca la parola di Dio, Gesù si fa carne nella sua carne. C’è un’incarnazione permanente, non meno reale di quella avvenuta in Maria: attraverso di essa si realizza il mistero dell’amore di Dio, finché saremo tutti una cosa sola, tra noi e con lui (1 Cor 15, 28).