«Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente» «Dilĭges Domĭnum tuum ex toto corde tuo et ex tota anĭma tua et ex omnĭbus virĭbus tuis et ex omni mente tua»
Lunedì 5 ottobre – XXVI settimana del tempo ordinario – Lc 10, 25-37
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente (Dt 6,5), e il tuo prossimo come te stesso (Lv 19,18)». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».
Il commento di Massimiliano Zupi
L’amore per Dio è prioritario rispetto a quello per il prossimo: l’uno precede l’altro, anzi il primo è condizione di possibilità, rende possibile il secondo, e non viceversa. Dalla sorgente scaturisce necessariamente il ruscello e poi il fiume: per quell’acqua non può esservi altro principio, altra fonte. Amerai Dio con tutto il cuore: egli è il tuo fondamento affettivo; in lui trovi l’affetto di cui hai bisogno: se lo cerchi in altri, resterai deluso ed inizierai a recriminare.
Con tutta l’anima: il tuo desiderio è rivolto a lui; se desiderassi altri prima di lui, chiederesti troppo ad altri: nessuno può soddisfare la sete d’infinito che sei. Con tutte le forze: spendi le tue energie per la costruzione del regno dei cieli; ogni altro obiettivo è vano: perché passa la scena di questo mondo (1 Cor 7,31). Con tutta la mente: usa la tua intelligenza per conoscerlo sempre meglio; in lui infatti è nascosto il segreto del-l’universo e dell’uomo.
Ma perché amare Dio prima della moglie e del marito, dei genitori e dei figli (Lc 14,26)? Perché solo lui ti vede malmenato e prova compassione per te: si china a terra e ti cura. Solo lui dalle tue fragilità e dalle tue ferite, dai tuoi difetti e dai tuoi peccati non è allontanato: solo lui continua a guardarti con amore ed accoglienza proprio lì, nelle tue debolezze. Perché è Dio e non uomo: può donare senza chiedere, amare senza essere amato. Domandare questo a qualunque umano, sarebbe chiedergli troppo. Tuttavia, curati da lui, possiamo anche noi incamminarci dietro al Maestro, verso Gerusalemme, e farci samaritani a nostra volta: possiamo amare il prossimo come noi stessi, come cioè siamo amati da Colui che amiamo con il primo amore.