Categories: Universo

Ecco Zombie Star, la stella che è già esplosa 2 volte

Logo Interris - Ecco Zombie Star, la stella che è già esplosa 2 volte

Logo INTERRIS in sostituzione per l'articolo: Ecco Zombie Star, la stella che è già esplosa 2 volte

Una stella zombie, che non ne vuole sapere di “morire” dopo essere esplosa. Anzi, sarebbe già esplosa una prima volta oltre 60 anni fa…

“iPTF14hls”

Stiamo parlando di iPTF14hls, una supernova di tipo II-P oggetto di studio da parte di Lair Arcavi, ricercatore postdoc all’Università della California – Santa Barbara. E' lui il primo autore dell'articolo su iPTF14hls, pubblicato su Nature, dove così la descrive: “È una supernova che mette in crisi tutto quello che pensiamo di sapere su come funzionano questi oggetti. Ed è il più grande enigma nel quale mi sia mai imbattuto in quasi un decennio di studi di esplosioni stellari”.

Brillantamento prolungato

Infatti, normalmente quando una supernova esplode, è per sempre. Al massimo, la sua materia viene riciclata per dare vita ad altre stelle.

Ma per iPTF14hls le cose sono andate in modo assai diverso. Nel settembre del 2014 un team d’astronomi della Intermediate Palomar Transient Factory registra un’esplosione a mezzo miliardo d’anni luce dalla Terra. L’analisi spettrale rivela che si tratta d’una supernova II-P che ha qualcosa di strano: invece che “spegnersi” in 100 giorni come di norma accade alle altre supernova, questa continua a brillare per oltre 600 giorni.

Incuriositi, gli astronomi confrontano gli archivi della Palomar Sky Survey scoprendo che, in quel punto esatto della costellazione dell’Orsa Maggiore, già c’era stata un’altra esplosione esattamente 60 anni prima: nel 1954.

La stella zombie

Da qui, il soprannome di Zombie Star. Fuor di metafora, l’ipotesi degli scienziati è che possa trattarsi del primo esemplare mai osservato di quella che i teorici chiamano supernova a instabilità di coppia pulsazionale.

“Stando a questa teoria, potrebbe essere l’esito di una stella talmente calda e massiccia da aver prodotto nel suo nucleo antimateria”, spiega su Inaf uno dei coautori dello studio, Daniel Kasen, dell’Università di Berkeley -. Ciò renderebbe la stella instabile in modo violento, provocando ripetute esplosioni per periodi lunghi anni”. Prima della grande esplosione che preluderebbe al collasso – questa volta davvero “finale” – in un buco nero.

Milena Castigli: