Ogni volta che si parla del passaggio di un asteroide vicino alla Terra, viene quasi spontaneo rievocare nella nostra testa le immagini del film Armageddon che, nel 1998 raccontava di un'impresa disperata di alcuni uomini lanciati nello spazio con la missione di distuggere un asteroide dell grandezza dello stato del Texas che minaccia il pianeta. A distanza di un paio di decenni, però, la Nasa sta preparando davvero una missione simile.
Niente panico
Ma niente paura. Infatti la Dart – Double Asteroid Redirection Test – non è una missione per salvare il nostro pianeta ma, proprio come dice il suo nome, è solo un test. Il lancio della sonda è previsto nel 2021 e avrà come obiettivo quello di colpire l'asteroide Didymos. Il sistema è composto da un corpo più grande, del diametro di cirda 780 metri, e di una piccola luna chiamata Didymoon, dal diametro di 160 metri. Proprio quest'ultima sarà il bersaglio della missione Dart. Questa “strana coppia”, in realtà, non è un pericolo per la Terra e, secondo gli scienziati è un bersaglio ideale per il test.
Cosa accadrà?
Una volta lanciata, la missione Dart farà rotta verso il sistema di asteroidi e nel 2022, a circa 17 milioni di chilometri dalla Terra, colpirà Didymoon. L'impatto modifihcerà il modin cui la piccola luna rutoa intorno all'asteroide più grande e questo permetterà di studiare le variazioni dell'orbita. Per capire in quale punto la sonda dovrà impattare è necessario capire come si comporta il sistema, ma anche studiarne la composizione. Per questo, un team guidato da Cristina Thomas, della Northern Arizona University, sta facendo osservazioni con il Very Large Telescope dell'Osservatorio Europeo Meridionale in Cile. Didymos verrà di nuovo tenuto sotto osservazione dalla fine del 2020 alla primavera del 2021 e poi durante l'avvicinamento della sonda e durante l'impatto.
Un satellite italiano filmerà l'impatto
Tutte le operazioni saranno documentate grazie alla fotocamera di bordo di Dart, chiamata Draco, e grazie al satellite italiano LiciaCube che – costruito dall'azienda Argotec di Torino e grande quanto una scatola di scarpe – sarà liberato poco prima dell'impatto.