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Turchia, ecco la legge anti-social: stretta del governo sui contenuti online

Passata l'ondata di mugugni per la vittoria del campionato dell'Istanbul Basaksheir, in Turchia le proteste tornano su terreni più contigui alla politica del Paese. Il parlamento turco ha infatti approvato la legge che, di fatto, porrà sotto controllo i maggiori social media. Il che, in sostanza, imporrà a tutti i nomi del settore (inclusi Facebook, Twitter e Youtube) di far riferimento a un refer...

Wikipedia di nuovo online

Più di due anni fa Wikipedia si era rifiutata di rimuovere dal sito informazioni che accusavano la Turchia di avere cooperato con organizzazioni terroristiche. Da allora, 29 aprile 2017, “per difendere la sicurezza nazionale” l’enciclopedia digitale più famosa al mondo era stata bloccata. In queste ore Wikipedia torna ad essere accessibile grazie alla sentenza della Corte costituzionale che a fine...

Turchia, censura finita per Wikipedia

Una violazione della libertà d'espressione". Tale è stato considerato, dalla Corte costituzionale di Ankara, il bando di Wikipedia deciso dalle autorità turche che, dopo due anni e mezzo, sono state costrette a rimuovere il veto alla più importante enciclopedia online. L'annuncio è stato dato in mattinata dall'autorità di controllo delle tecnologie informatiche e di comunicazione (B...

Censurata canzone di Natale: “Incita allo stupro”

Sarà per l'onda emotiva provocata dalla nascita del movimento MeToo, sarà perché c'è sempre un motivo per colpire i simboli del Natale, festa considerata fuori luogo in un società secolarizzata, anche quando sono laici, sta di fatto che finiscono nel mirino dei censori non solo i presepi, ma anche le canzoni natalizie. A farne le spese negli Stati Uniti è il classico 'Baby, It'...

Cosa nasconde la battaglia contro le fake news?

Nella dialettica politica, ormai da qualche tempo, c’è un modo rapido ed efficace per delegittimare l’avversario: accusarlo di diffondere fake news. L’ennesimo termine inglese è entrato prepotentemente nel nostro vocabolario, assumendo presso l’opinione pubblica la forma di un allarme sociale. Tale è la sensibilità di alcune forze politiche sul tema che in diversi Paesi - tra cui l’Italia - prendo...

“Facebook e Google censurano chi è contro l'aborto”

Il sistema liberale rende tutti più liberi, ma fino a un certo punto. Quando le aziende private hanno il potere di condizionare l'opinione pubblica o, peggio, di censurare idee a loro sgradite, è lecito chiedersi se non ci si trovi davanti a una libertà fittizia. In Irlanda il prossimo 25 maggio si terrà il referendum sulla legalizzazione dell'aborto: uno snodo cruciale nella storia del ...

Anche in Piemonte polemiche per il manifesto pro-vita

Ponderano è un paese in provincia di Biella di circa 4mila abitanti, Roma è Capitale d'Italia e metropoli. Nel piccolo centro c'è spazio per manifesti che inneggiano alla vita e invitano le donne a riflettere sul tema dell'aborto, a Roma no. L'immagine del feto stampata su un maximanifesto dell'Associazione ProVita Onlus e poi fatto rimuovere dal Campidoglio dopo le polemi...

Twitter: “Nessuna censura ai leader mondiali”

Bloccare un leader mondiale su Twitter o rimuovere i suoi tweet controversi nasconderebbe informazioni importanti che la gente dovrebbe poter vedere e discutere". Ne è convinta l'azienda che gestisce uno dei social network più importanti al mondo sul quale, sempre più di frequente, si consumano vere e proprie battaglie a colpi di "cinguettii" non solo fra persone comuni ma anche fra esponenti...

Il Campidoglio censura manifesti contro l'aborto?

Il Comune di Roma starebbe censurando manifesti che denunciano la pratica dell'aborto e sottolineano l'importanza della vita dal concepimento alla morte naturale? La pesante accusa arriva da Toni Brandi, presidente dell'Associazione ProVita Onlus. "Abbiamo presentato tre diversi tipi di manifesti da affiggere per le vie di Roma al Comune, come da regolare procedura e ricevendo conf...

Via la censura ai manifesti del Bus della Libertà

Dietrofront dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria (Iap) in merito alla campagna pubblicitaria del Bus della Libertà. L'ente, investito della questione dal Dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in un primo momento aveva censurato i manifesti definendoli in violazione dell’articolo 10, giacché offenderebbero “convinzioni morali, civili e religi...

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